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cattivo, ne faceva fare un nuovo, il quale come fusse messo d'oro, |
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manderebbe sicurissimamente il quadro a Mantoa. E ciò fatto messer |
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Ottaviano per salvare, come si dice, la capra et i cavoli, mandò segre- |
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tamente per Andrea e gli disse come il fatto stava, e che a ciò non |
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era altro rimedio che contrafare quello con ogni diligenza, e mandan- |
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done un simile al Duca, ritenere, ma nascosamente, quello di mano |
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di Raffaello. Avendo dunque promesso Andrea di fare quanto sapeva |
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e poteva, fatto fare un quadro simile di grandezza et in tutte le parti, |
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lo lavorò in casa di messer Ottaviano segretamente: e vi si affaticò |
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di maniera che esso messer Ottaviano, intendentissimo delle cose |
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dell'arti, quando fu finito non conosceva l'uno dall'altro, né il pro- |
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prio e vero dal simile, avendo massimamente Andrea contrafatto in- |
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sino alle macchie del sucido, come era il vero apunto. E così nascosto |
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che ebbero quello di Raffaello, mandarono quello di mano d'Andrea |
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in un ornamento simile a Mantoa; di che il Duca restò sodisfattissimo, |
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avendoglielo massimamente lodato, senza essersi avveduto della co- |
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sa, Giulio Romano pittore e discepolo di Raffaello. Il quale Giulio |
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si sarebbe stato sempre in quella openione e l'arebbe creduto di |
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mano di Raffaello: ma capitando a Mantoa Giorgio Vasari, il quale, |
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essendo fanciullo e creatura di messer Ottaviano, aveva veduto An- |
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drea lavorare quel quadro, scoperse la cosa; perché facendo il detto |