Volume 4

Edizione Giuntina
    Ritrasse, fra le prime cose, di naturale il Dalfino figliuo-
    lo del re, nato di pochi mesi e così.in fasce; e portatolo al re,
    n'ebbe in dono trecento scudi d'oro. Dopo, seguitando di lavorare,
    fece al re una Carità che fu tenuta cosa rarissima, e dal re tenuta
5   in pregio come cosa che lo meritava. Ordinatogli appresso
    grossa provisione, faceva ogni opera perché volentieri stesse seco,
    promettendo che niuna cosa gli mancherebbe: e questo perché gli
    piaceva nell'operare d'Andrea la prestezza et il procedere di quell'uo-
    mo, che si contentava d'ogni cosa; oltre ciò, sodisfacendo molto a
10   tutta la corte, fece molti quadri e molte opere: e se egli avesse consi-
    derato donde si era partito e dove la sorte l'aveva condotto, non ha
    dubbio che sarebbe salito - lasciamo stare le ricchezze - a onoratissimo
    grado. Ma essendogli un giorno, che lavorava per la madre del re
    un San Girolamo in penitenza, venuto alcune lettere da Fiorenza,
15   le quali gli scriveva la moglie, cominciò, qualunque si fusse la cagione,
- pagina 367 -

Edizione Torrentiniana
    figliuol del re, nato di pochi giorni ch'era nelle fasce, che finito e presen-
    tato al re, gli fe' dono di scudi 300 d'oro. E così seguitando il lavorare,
    fece una Carità per il re, tenuta cosa molto rara, nella quale egli durò
    molte fatiche; e dal re conosciuta, fu tenuta molto in pregio mentre ch'e'
20   visse. Ordinatoli appresso grossa provisione, lo confortava a starsi con
    seco, che non gli mancherebbe cosa ch'egli desiderassi, piacendoli la pre-
    stezza dell'operare di Andrea et un certo modo di bassezza che si con-
    tentava d'ogni cosa che gli fussi data; et inoltre la corte se ne
    satisfaceva molto. E così fece molti quadri et altre opere: e nel vero,
25   s'egli avessi considerato di dove e' partì e la sorte dove ella lo aveva
    condotto, non è dubio ch'egli non fussi venuto, lasciando stare le ric-
    chezze, in un grandissimo grado. Mentre ch'egli lavorava un quadro di
    un San Girolamo in penitenzia per la madre del re, venne un giorno una
    man di lettere, in fra molte che prima gli eron venute, mandate dalla
30   Lucrezia sua donna, rimasa in Fiorenza sconsolata per la partita sua;
    et ancora che non li mancassi, e che Andrea avessi mandato danari e
    dato commissione che si murassi una casa dietro alla Nunziata con
    darle speranza di tornare ogni dì, non potendo ella aiutare i suoi come
    faceva prima, scrisse con molta amaritudine a Andrea, e mostrandoli
35   quanto era lontano e che, ancora che le sue lettere dicessino ch'egli stessi
    bene, non però restava mai di afflig[g]ersi e piagnere continuamente; et
    avendo accomodato parole dolcissime, atte a sollevar la natura di quel
    povero uomo che l'amava pur troppo, cercava sempre ricordarli alcune
- pagina 367 -
pagina precedentepagina successiva