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sua arte qualche avanzo secondo ch'egli stesso volessi. Così adunche qua- |
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si dispostosi a volere questo errore ricorreg[g]ere, non passò molti giorni |
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che e' gli venne occasione grande da potere ritornare in maggior |
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grado che e' non era innanzi ch'egli togliessi donna. Già erano stati |
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considerati in Francia i due quadri che Andrea vi aveva mandati dal giu- |
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dizio del re Francesco Primo; e molto più gli ne fece stimare alcuni |
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altri che di Lombardia e di Venezia e di Roma erano stati presentati |
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a Sua Maestà, i quali né di colorito né di disegno si accostavano a quelli |
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di Andrea a gran pezzo, avendo egli molto più la maniera moderna |
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che non avevon gli altri. Fu detto al re che facilmente Andrea si con- |
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durrebbe in Francia, e che volentieri servirebbe Sua Maestà: di che il re, |
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che si ne dilettava, diede commissione; e così si scrisse in Fiorenza e li |
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fu pagato danari, et egli con Andrea Sguazzella suo creato allegramente |
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si inviò in Francia. Et arrivati a salvamento alla corte, fu dal re fattoli |
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grata accoglienza et allegra cera, né passò senza gustar il primo giorno |
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la liberalissima cortesia di quel principe, donandoli veste, danari et altri |
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arnesi. Cominciò Andrea a operare, e molto grato alla corte, di maniera |
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che li pareva che la sua partita l'avessi condotto da una infelicità a una |
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felicità grandissima. E vedutosi l'opera sua et il modo di quella facilità |
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ne' colori che faceva stupire ognuno, ritrasse di naturale il Dalfino |