Volume 4

Edizione Giuntina
    E pervenuto all'età di sette anni, levato dalla scuola di leggere e scri-
    vere, fu messo all'arte dell'orefice, nella quale molto più volentieri si
    esercitò sempre - a ciò spinto da naturale inclinazzione - in disegnare,
    che in maneggiando ferri per lavorare d'argento e d'oro. Onde av-
5   venne che Gian Barile pittore fiorentino, ma grosso e plebeo, veduto
    il buon modo di disegnare del fanciullo, se lo tirò appresso, e fattogli
    abbandonare l'orefice, lo condusse all'arte della pittura. Nella quale
    cominciandosi ad esercitare Andrea con suo molto piacere, conobbe
    che la natura per quello esercizio l'aveva creato; onde cominciò in
10   assai picciolo spazio di tempo a far cose con i colori, che Gian Barile
    e gl'altri artefici della città ne restavano maravigliati. Ma avendo dopo
    tre anni fatto bonissima pratica nel lavorare, e studiando continua-
    mente, s'avvide Gian Barile che attendendo il fanciullo a quello stu-
    dio, egli era per fare una straordinaria riuscita; per che parlatone con
15   Piero di Cosimo, tenuto allora dei migliori pittori che fussero in
    Fiorenza, acconciò seco Andrea, il quale, come desideroso d'impa-
    rare, non restava mai di affaticarsi né di studiare. E la natura, che
    l'aveva fatto nascere pittore, operava tanto in lui, che nel maneggiare
    i colori lo faceva con tanta grazia come se avesse lavorato cinquanta
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Edizione Torrentiniana
20   il quale, di acutissimo ingegno e vivace, fu da lui, che altro che l'arte
    del cucire non aveva, allevato poveramente. E così nella età di sette
    anni fu levato da la scuola del leggere e messo a l'arte de l'orefice,
    nella quale egli con molta più facilità e volentieri disegnava che gli
    altri lavori di argento di bottega si dilettasse lavorare. Avvenne che
25   Gian Barile pittore fiorentino, uomo nella pittura grosso, visto il dise-
    gnare di questo fanciullo, li piacque tanto che si ingegnò di tirarlo a sé,
    conoscendosi averne bisogno; e così faccendolo abbandonare lo orefice,
    lo condusse alla arte della pittura. La quale gustando Andrea e cono-
    scendo che la natura per quello lo avea creato, in pochi mesi cominciò
30   coi colori a far cose, che Gian Barile e molti di quel mestiero di giorno
    in giorno faceva maravigliare. Per il che passati tre anni e fatto una
    pratica molto dèstra, disegnando egli del continuo, e conoscendo Gian
    Barile l'ingegno di questo fanciullo, il quale, se attendesse e seguitasse
    l'arte, farebbe una riuscita molto buona, parlatone con Pier di Cosimo,
35   tenuto allora de' miglior' pittori che fussino in Fiorenza, acconciò seco
    Andrea. Il quale, come desideroso d'imparare l'arte, non restava eser-
    citarsi in quella del continuo, conoscendosi che la natura l'aveva fatto
    nascere veramente pittore, avvenga ch'egli nel toccare i colori gli maneg[g]iava
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