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il quale, di acutissimo ingegno e vivace, fu da lui, che altro che l'arte |
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del cucire non aveva, allevato poveramente. E così nella età di sette |
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anni fu levato da la scuola del leggere e messo a l'arte de l'orefice, |
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nella quale egli con molta più facilità e volentieri disegnava che gli |
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altri lavori di argento di bottega si dilettasse lavorare. Avvenne che |
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Gian Barile pittore fiorentino, uomo nella pittura grosso, visto il dise- |
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gnare di questo fanciullo, li piacque tanto che si ingegnò di tirarlo a sé, |
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conoscendosi averne bisogno; e così faccendolo abbandonare lo orefice, |
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lo condusse alla arte della pittura. La quale gustando Andrea e cono- |
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scendo che la natura per quello lo avea creato, in pochi mesi cominciò |
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coi colori a far cose, che Gian Barile e molti di quel mestiero di giorno |
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in giorno faceva maravigliare. Per il che passati tre anni e fatto una |
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pratica molto dèstra, disegnando egli del continuo, e conoscendo Gian |
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Barile l'ingegno di questo fanciullo, il quale, se attendesse e seguitasse |
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l'arte, farebbe una riuscita molto buona, parlatone con Pier di Cosimo, |
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tenuto allora de' miglior' pittori che fussino in Fiorenza, acconciò seco |
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Andrea. Il quale, come desideroso d'imparare l'arte, non restava eser- |
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citarsi in quella del continuo, conoscendosi che la natura l'aveva fatto |
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nascere veramente pittore, avvenga ch'egli nel toccare i colori gli maneg[g]iava |