Volume 4

Edizione Giuntina
    Aveva Lionardo grandissimo animo, et in ogni sua azzione era ge-
    nerosissimo. Dicesi che andando al banco per la provisione ch'ogni
    mese da Piero Soderini soleva pigliare, il cassiere gli volse dare certi
    cartocci di quattrini; et egli non li volse pigliare, rispondendogli:
5   «Io non sono dipintore da quattrini». Essendo incolpato d'aver
    giuntato, da Piero Soderini fu mormorato contra di lui; per che Lio-
    nardo fece tanto con gli amici suoi che ragunò i danari e portolli per
    ristituire: ma Pietro non li volle accettare.
    Andò a Roma col duca Giuliano de' Medici nella creazione di
10   papa Leone, che attendeva molto a cose filosofiche e massimamente
    alla alchimia; dove formando una pasta di una cera, mentre ch'e' ca-
    minava faceva animali sottilissimi pieni di vento, nei quali soffiando,
    gli faceva volare per l'aria: ma cessando il vento, cadevano in terra.
    Fermò in un ramarro, trovato dal vignaruolo di Belvedere, il quale
15   era bizzar[r]issimo, di scaglie di altri ramarri scorticate, ali adosso con
    mistura d'argenti vivi, che nel moversi quando caminava tremavano;
    e fattogli gl'occhi, corna e barba, domesticatolo e tenendolo in una
    scatola, tutti gli amici ai quali lo mostrava per paura faceva fuggire.
    Usava spesso far minutamente digrassare e purgare le budella d'un
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Edizione Torrentiniana
20   Aveva Lionardo grandissimo animo, et in ogni sua azzione era gene-
    rosissimo. Dicesi che andando al banco per la provisione ch'ogni mese
    da Piero Soderini soleva pigliare, il cassiere gli volse dare certi cartocci
    di quattrini; et egli non li volse pigliare, rispondendogli: «Io non sono
    dipintore da quattrini». Essendo incolpato d'aver giuntato, da Piero
25   Soderini fu mormorato contra di lui; per che Lionardo fece tanto con gli
    amici suoi che ragunò i danari e portolli per restituire: ma Piero non li
    volle accettare.
    Andò a Roma col duca Giuliano de' Medici nella creazione di papa
    Leone, che attendeva molto a cose filosofiche e massimamente alla alchi-
30   mia; dove formando una pasta di una cera, mentre ch'e' caminava faceva
    animali sottilissimi pieni di vento, nei quali soffiando, gli faceva volare
    per l'aria: ma cessando il vento, cadevano in terra. Fermò in un ra-
    marro, trovato dal vignaruolo di Belvedere, il quale era bizzarrissimo,
    di scaglie di altri ramarri scorticate, ali adosso con mistura d'argenti
35   vivi, che nel moversi quando caminava tremavano; e fattoli gli occhi,
    corna e barba, domesticatolo e tenendolo in una scatola, tutti gli
    amici ai quali lo mostrava per paura faceva fuggire. Usava spesso far
    minutamente digrassare e purgare le budella d'un castrato, e talmente
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