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castrato, e talmente venir sottili che si sarebbono tenuto in palma di |
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mano; et aveva messo in un'altra stanza un paio di mantici da fab- |
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bro, ai quali metteva un capo delle dette budella, e gonfiandole ne |
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riempiva la stanza, la quale era grandissima; dove bisognava che si |
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recasse in un canto chi v'era, mostrando quelle trasparenti e piene di |
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vento dal tenere poco luogo in principio, esser venute a occuparne |
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molto, aguagliandole alla virtù. Fece infinite di queste pazzie, et |
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attese alli specchi, e tentò modi stranissimi nel cercare olii per dipi- |
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gnere e vernice per mantenere l'opere fatte. Fece in questo tempo |
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per messer Baldassarri Turini da Pescia, che era datario di Leone, |
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un quadretto di una Nostra Donna col Figliuolo in braccio con infinita |
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diligenzia et arte: ma, o sia per colpa di chi lo ingessò o pur per quelle |
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sue tante e capricciose misture delle mestiche e de' colori, è oggi |
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molto guasto; e in un altro quadretto ritrasse un fanciulletto che è |
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bello e grazioso a maraviglia, che oggi sono tutti e due in Pescia ap- |
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presso a messer Giulio Turini. Dicesi che essendogli allogato una ope- |
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ra dal Papa, sùbito cominciò a stillare olii et erbe per far la vernice; per |
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che fu detto da Papa Leon[e]: «Oimè, costui non è per far nulla, da |
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che comincia a pensare alla fine innanzi il principio dell'opera». |
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Era sdegno grandissimo fra Michele Agnolo Buonaroti e lui; |
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per il che partì di Fiorenza Michelagnolo per la concorrenza, con |
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la scusa del duca Giuliano, essendo chiamato dal Papa per la faccia- |
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ta di S. Lorenzo. Lionardo intendendo ciò, partì et andò in Francia, |