Volume 4

Edizione Giuntina
    assai che quella che aveva altra volta fatto, come si è detto di sopra:
    et in queste sì fatte opere meritò tanto più lode quanto per un gran
    pezzo adietro l'uso delle comedie, e conseguentemente delle scene
    e prospettive, era stato dismesso, facendosi in quella vece feste e
5   rappresentazioni; et o prima o poi che si recitasse la detta Calandra,
    la quale fu delle prime comedie volgari che si vedesse o recitasse,
    basta che Baldassarre fece al tempo di Leone X due scene che furono
    maravigliose, et apersono la via a coloro che ne hanno poi fatto a'
    tempi nostri. Né si può immaginare come egli in tanta strettezza di
10   sito accomodasse tante strade, tanti palazzi e tante bizzarrie di tem-
    pii, di logge e d'andari di cornici, così ben fatte che parevano non
    finte, ma verissime, e la piazza non una cosa dipinta e picciola, ma
    vera e grandissima. Ordinò egli similmente le lumiere, i lumi di
    dentro che servono alla prospettiva, e tutte l'altre cose che facevano
15   di bisogno, con molto giudizio, essendosi, come ho detto, quasi
    perduto del tutto l'uso delle comedie; la quale maniera di spettacolo
    avanza, per mio creder[e], quando ha tutte le sue appartenenze, qua-
    lunche altro quanto si voglia magnifico e sontuoso. Nella creazione
    poi di papa Clemente Settimo, l'anno 1524, fece l'apparato della co-
20   ronazione, e finì in San Piero la facciata della capella maggiore di
    preperigni, già stata cominciata da Bramante; e nella capella, dove è
    la sepoltura di bronzo di papa Sisto, fece di pittura quegli Apostoli
    che sono di chiaro scuro nelle nicchie dietro l'altare, et il disegno
    del tabernacolo del Sagramento, che è molto grazioso. Venuto poi
25   l'anno 1527, nel crudelissimo sacco di Roma il povero Baldassarre
    fu fatto prigione degli Spagnuoli, e non solamente perdé ogni suo
    avere, ma fu anco molto straziato e tormentato, perché avendo egli
    l'aspetto grave, nobile e grazioso, lo credevano qualche gran prelato
    travestito, o altro uomo atto a pagare una grossissima taglia.
30   Ma finalmente, avendo trovato quegli impiissimi barbari che egli
    era un dipintore, gli fece un di loro, stato affezionatissimo di Borbone,
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Edizione Torrentiniana
    cielo infuso: né mai si può pensare di vedere i palazzi, le case e i tempii
    nelle scene moderne quanto di grandezza mostrasse, nella piccolezza
    del sito dall'ingegno di sì gran prospettivo fatto, le stravaganti bizzar-
35   rie di andari in cornici e di vie, che con case parte vere e finite ingan-
    navano gli occhi di tutti, dimostrandosi esser non una piazza dipinta,
    ma vera; e quella sì di lumi e di abiti nelle figure degli istrioni fece proprî
    et al vero simili, che non le favole recitare parevano in comedia, ma
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