Volume 4

Edizione Giuntina
    gl'uomini sono le lodi che si dànno troppo presto agli ingegni
    che si affaticano nell'operare, perché facendo cotali lodi coloro gon-
    fiare acerbi, non gli lasciano andare più avanti, e coloro tanto lodati,
    quando non riescono l'opere di quella bontà che si aspettavano,
5   accorandosi di quel biasimo, si disperano al tutto di potere mai più
    bene operare; laonde coloro che savî sono deono assai più temere le
    lodi che il biasimo, perché quelle adulando ingannano, e questo,
    scoprendo il vero, insegna.
    Partendosi addunque Boccaccino di Roma per sentirsi da tutte le
10   parti trafitto e lacero, se ne tornò a Cremona, e quivi il meglio che
    seppe e poté continuo d'essercitar la pittura; e dipinse nel Duomo,
    sopra gl'archi di mezzo, tutte le storie della Madonna, la quale opera
    è molto stimata in quella città. Fece anco altre opere e per la città e
    fuori, delle quali non accade far menzione.
15   Insegnò costui l'arte a un suo figliuolo chiamato Camillo, il quale
    attendendo con più studio all'arte s'ingegnò di rimediare dove aveva
    mancato la vanagloria di Boccaccino. Di mano di questo Camillo sono
    alcune opere in San Gismondo, lontano da Cremona un miglio, le quali
    dai Cremonesi sono stimate la miglior pittura che abbiano. Fece ancora
20   in piazza [un'altra opera] nella facciata d'una casa, et in Santa Agata tut-
    ti i partimenti delle volte, et alcune tavole, e la facciata di Santo Anto-
    nio, con altre cose che lo fecero conoscere per molto pratico. E se la
    morte non l'avesse anzi tempo levato del mondo, averebbe fatto ono-
    ratissima riuscita, perché caminava per buona via: ma quelle opere
25   nondimeno che ci ha lasciate meritano che di lui si faccia memoria.
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Edizione Torrentiniana
    si partì; e tornatosene a Cremona, quivi continuò l'arte. E dipinse nel
    Duomo, sopra gli archi di mez[z]o, tutte le storie della Madonna, che è
    una opera molto stimata in quella città.
    Costui insegnò l'arte ad un suo figliuolo chiamato Camillo, il quale
30   di continuo attese a rimediare dove aveva mancato la vanagloria di
    Boccacino, come fanno fede l'opere ch'egli ha fatto nella chiesa di San
    Sigismondo, lontano un miglio da Cremona, le quali da' Cremonesi sono
    stimate la più bella pittura ch'abbiano. Fece ancora su la piazza un'altra
    opera nella facciata d'una casa, et in Santa Agata tutti i partimenti
35   delle volte, et alcune tavole, e la facciata di S. Antonio, con altre cose
    che vivendo ha fatte e tuttavia dee fare.
    Cercò Boccaccino nel suo ritorno, de la veduta delle anticaglie e delle al-
    tre cose de' moderni maestri avanzarsi molto; ma non potendo farlo, colpa
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