Volume 4

Edizione Giuntina
    di Giotto, disegnava tutto giorno nel sabbione e ritraeva di terra
    qualcuna delle bestie che guardava. Onde avvenne che passando un
    giorno dove costui si stava guardando le sue bestiuole un cittadino
    fiorentino, il quale dicono essere stato Simone Vespucci, podestà
5   allora del Monte, che egli vide questo putto starsi tutto intento a
    disegnare o formare di terra; per che chiamatolo a sé, poi che ebbe
    veduta l'inclinazione del putto et inteso di cui fusse figliuolo, lo
    chiese a Domenico Contucci, e da lui l'ottenne graziosamente, pro-
    mettendo di volerlo far attendere agli studii del disegno per vedere
10   quanto potesse quella inclinazione naturale aiutata dal continuo stu-
    dio. Tornato dunque Simone a Firenze, lo pose all'arte con Antonio
    del Pollaiuolo, appresso al quale imparò tanto Andrea che in pochi
    anni divenne bonissimo maestro; et in casa del detto Simone al
    Ponte Vecchio si vede ancora un cartone da lui lavorato in quel
15   tempo, dove Cristo è battuto alla colonna, condotto con molta dili-
    genza; et oltre ciò due teste di terracotta mirabili, ritratte da meda-
    glie antiche: l'una è di Nerone, l'altra di Galba imperatori; le quali
    teste servivano per ornamento d'un camino: ma il Galba è oggi in
    Arezzo nelle case di Giorgio Vasari. Fece dopo, standosi pure in
20   Firenze, una tavola di terracotta per la chiesa di Santa Agata del
    Monte Sansovino, con un San Lorenzo et alcuni altri Santi, e picciole
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Edizione Torrentiniana
    fanciullezza, mentre che guardava gli armenti, gli disegnava sopra il
    sabbione, e talora di terra formandoli, gli ritraeva eccellentemente.
    Avenne che un cittadin fiorentino, il quale credo che fosse Simone Ve-
25   spucci, andò podestà del Monte mentre che Andrea faceva queste cose;
    e veduto questo fanciullo e saputa la sua inclinazione, operò con Dome-
    nico Contucci, padre di quello, che a Fiorenza in casa sua lo lasciasse,
    perché deliberava vedere dove la natura e lo studio conducessino questo
    ingegno. Per che Andrea, che vivissimo era e di ciò contentissimo, più
30   che volentieri prese quello essercizio. Onde Simone lo pose alla arte con
    Antonio del Pollaiuolo, e tanto perseverò in quella che in pochi anni
    divenne bonissimo maestro; come in casa Simone al Ponte Vecc[h]io si
    vede ancora per un cartone di Cristo a la colonna fatto da esso, e due
    teste mirabili di terracotta ritratte da medaglie antiche: l'uno è Nerone
35   e l'altro Galba imperatori, i quali teneva per ornamento sopra un ca-
    mino. Avvenne che egli fece in Fiorenza una tavola di terracotta per
    la chiesa di Santa Agata dal Monte Sansavino, dove è San Lorenzo
    et altri Santi, e storie picciole del detto, benissimo lavorate; et indi a
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