Volume 4

Edizione Giuntina
    molto dolce di colorito e morbidezza, e lavorata con molta diligenza.
    E nella chiesa di Cestello intorno al tabernacolo del Sagra-
    mento lavorò a fresco due Angeli; e nella tavola d'una cappella della
    medesima chiesa fece la Madonna col Figliuolo in braccio, San Gio-
5   vanni Battista e San Bernardo et altri Santi. E perché parve ai mona-
    ci di quel luogo che si portasse in queste opere molto bene, gli fe-
    ciono fare alla loro Badia di Settimo fuor di Fiorenza, in un chiostro,
    le visioni del conte Ugo che fece sette badie. E non molto dopo di-
    pinse il Puligo in sul canto di via Mozza da Santa Caterina in un
10   tabernacolo una Nostra Donna ritta col Figliuolo in collo che sposa
    Santa Caterina, e un San Piero martire. Nel castello d'Anghiari fece
    in una Compagnia un Deposto di croce, che si può fra le sue mi-
    gliori opere annoverare. Ma perché fu più sua professione attendere
    a quadri di Nostre Donne, ritratti et altre teste che a cose grandi,
15   consumò quasi tutto il tempo in quelle. E se egli avesse seguitato le
    fatiche dell'arte e non più tosto i piaceri del mondo, come fece,
    arebbe fatto senza alcun dubbio molto profitto nella pittura, e mas-
    simamente avendolo Andrea del Sarto, suo amicissimo, aiutato in
    molte cose di disegni e di consiglio; onde molte opere di costui si
20   veggiono non meno ben disegnate che colorite con bella e buona
    maniera: ma l'aver per suo uso Domenico non volere durare molta
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Edizione Torrentiniana
    cosa di colorito molto dolce, e di morbidezza lavorata magnificamente.
    E nel monistero di Cestello, ad un Sagramento, lavorò a fresco
    due Angeli; et in una cappella fece una tavola con molti Santi, la quale
25   di colorito e di morbidezza è simile all'altre cose sue. Gli fu da detti
    monaci fatto allogazione di lavorare alla Badia di Settimo, in un chio-
    stro, tutte le storie dei sogni del conte Ugo delle sette Badie; e non molto
    dopo sul canto di via Mozza da Santa Caterina lavorò un tabernacolo
    a fresco. Fece ad Anghiari in una Compagnia un Deposto di croce, il
30   quale fu tenuto dell'opere sue la migliore. E perché egli era persona che
    attendeva più a' quadri di Nostre Donne et a' ritratti et alle teste che
    a opere grandi, consumò il tempo in quelle. Ma se Domenico avesse
    seguitato le fatiche dell'arte e non i piaceri del mondo, arebbe senza alcun
    dubbio fatto infinito profitto in tal mestiero, perché egli si vede che An-
35   drea del Sarto, amico e domestico suo, in alcune cose di disegno lo soc-
    corse, dove ben si pare che ci fosse il disegno buono et il colorito perfetto.
    Per che egli, corrotto da un suo uso di non molta fatica nelle cose,
    lavorava più per fare opere che per fama; e ciò fu cagione ch'egli continuo
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