Volume 4

Edizione Giuntina
    quello ingegno, che avendo desiderio di dare sommo rilievo alle cose
    che egli faceva, andava tanto con l'ombre scure a trovare i fondi de'
    più scuri, che cercava neri che ombrassino e fussino più scuri degl'al-
    tri neri, per fare che 'l chiaro, mediante quegli, fussi più lucido; et in-
5   fine riusciva questo modo tanto tinto che, non vi rimanendo chiaro,
    avevon più forma di cose fatte per contrafare una notte che una fi-
    nezza del lume del dì: ma tutto era per cercare di dare maggiore ri-
    lievo, di trovar il fine e la perfezzione de l'arte.
    Piacevagli tanto quando egli vedeva certe teste bizzarre, o con
10   barbe o con capegli degli uomini naturali, che arebbe seguitato uno
    che gli fussi piaciuto un giorno intero: e se lo metteva talmente nella
    idea, che poi arrivato a casa lo disegnava come se l'avesse avuto pre-
    sente. Di questa sorte se ne vede molte teste e di femine e di maschi,
    e n'ho io disegnato parec[c]hie di sua mano con la penna nel nostro
15   libro de' disegni tante volte citato, come fu quella di Amerigo Ve-
    spucci, ch'è una testa di vecchio bellissima, disegnata di carbone, e
    parimenti quella di Scaramuccia capitano de' Zingani, che poi [ebbe
    messer Donato Valdanbrini d'Arezzo canonico di S. Lorenzo, las-
    satagli dal Giambullari. Cominciò una tavola della Adorazione de'
20   Magi, che v'è su molte cose belle, massime di teste; la quale era in
    casa d'Amerigo Benci dirimpetto alla loggia dei Peruzzi, la quale
    anche ella rimase imperfetta come l'altre cose sua.
    Avvenne che morto Giovan Galeazzo duca di Milano, e creato
    Lodovico Sforza nel grado medesimo l'anno 1494, fu condotto a
25   Milano con gran riputazione Lionardo al Duca, il quale molto si di-
    lettava del suono de la lira, perché sonasse; e Lionardo portò quello
    strumento ch'egli aveva di sua mano fabricato d'argento gran parte,
    in forma d'un teschio di cavallo, cosa bizzarra e nuova, acciò che
    l'armonia fosse con maggior tuba e più sonora di voce; laonde supe-
30   rò tutti i musici che quivi erano concorsi a sonare. Oltra ciò fu il mi-
    gliore dicitore di rime a l'improviso del tempo suo. Sentendo il Duca
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Edizione Torrentiniana
    Fu condotto a Milano con gran riputazione Lionardo al duca Fran-
    cesco, il quale molto si dilettava del suono de la lira, perché sonasse;
    e Lionardo portò quello strumento ch'egli aveva di sua mano fabricato
35   d'argento gran parte, acciò che l'armonia fosse con maggior tuba e più
    sonora di voce; laonde superò tutti i musici che quivi erano concorsi a
    sonare. Oltra ciò fu il migliore dicitore di rime a l'improviso del tempo
    suo. Sentendo il Duca i ragionamenti tanto mirabili di Lionardo, talmente
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