Volume 4

Edizione Giuntina
    né condotta con più diligenza a perfezzione. Così anche tutte l'altre
    pietre di questo palazzo sono tanto finite e ben commesse ch'elle
    paiono non murate, ma tutte d'un pezzo. E perché ogni cosa corri-
    spondesse, fece fare per ornamento del detto palazzo ferri bellissimi
5   per tutto, e le lumiere che sono in su' canti, e tutti furono da Niccolò
    Grosso Caparra, fabro fiorentino, con grandissima diligenza lavo-
    rate. Vedesi in quelle lumiere maravigliose le cornici, le colonne, i
    capitegli e le mensole saldate di ferro con maraviglioso magistero
    né mai ha lavorato moderno alcuno di ferro machine sì grandi e sì
10   difficili con tanta scienza e pratica.
    Fu Niccolò Grosso persona fantastica e di suo capo, ragionevole
    nelle sue cose e d'altri, né mai voleva di quel d'altrui. Non volse mai
    far credenza a nessuno de' suoi lavori, ma sempre voleva l'arra; e
    per questo Lorenzo de' Medici lo chiamava il Caparra, e da molti
15   altri ancora per tal nome era conosciuto. Egli aveva appiccato alla
    sua bottega una insegna, ne la quale erano libri ch'ardevano; per il
    che, quando uno gli chiedeva tempo a pagare, gli diceva: «Io non
    posso, perché i miei libri abbrucciano, e non vi si può più scrivere
    debitori». Gli fu dato a fare per i signori Capitani di Parte Guelfa
20   un paio d'alari, i quali avendo egli finiti, più volte gli furono mandati
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Edizione Torrentiniana
    Similmente le pietre di tutto il palazzo sono tanto finite e sì ben com-
    messe, che non può nessuno quasi vedere ch'elle siano murate. Et in detto
    palazzo per ornamento fece fare ferri di finestre mirabili e campanelle con
    bellissimo garbo, e similmente le lumiere su' canti, che da Niccolò Grosso
25   Caparra, fabbro fiorentino, furono con grandissima diligenza lavorate.
    Vedesi in quelle le cornici, le colonne, i capitegli, le mensole saldate di fer-
    ro con maraviglioso magistero, né mai ha lavorato moderno alcuno di
    ferro machine sì grandi e sì difficili con tanta scienza e pratica.
    Era Niccolò Grosso persona fantastica e di suo capo, ragionevole nelle
30   sue cose e d'altri, né mai voleva di quel d'altrui. Non volse mai far cre-
    denza a nessuno de' suoi lavori, ma sempre voleva l'arra; e per questo
    Lorenzo de' Medici lo chiamava il Caparra, e da molti altri ancora per
    tal nome era conosciuto. Egli aveva appiccato alla sua bottega
    una insegna, nella quale erano alcuni libri ch'ardevano; per il che,
35   quando uno gli chiedeva tempo a pagare, gli diceva: «Io non posso
    perché i miei libri abbruciano, e non vi si può più scrivere debitori».
    Gli fu allogato per i signori Capitani di Parte Guelfa, magistrato in
    Fiorenza non mediocre, un paio d'alari, i quali avendo egli finiti, più
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