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quando questo nobile artefice morì, morire anche ella, ché quando |
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egli gli occhi chiuse, ella quasi cieca rimase. Ora a noi, che dopo lui |
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siamo, resta imitare il buono, anzi ottimo modo da lui lasciatoci in esem- |
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pio, e, come merita la virtù sua e l'obligo nostro, tenerne nell'animo |
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graziosissimo ricordo e farne con la lingua sempre onoratissima memoria; |
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ché invero noi abbiamo per lui l'arte, i colori e la invenzione unitamente |
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ridotti a quella fine e perfezzione che appena si poteva sperare: né di |
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passar lui già mai si pensi spirito alcuno. Et oltre a questo beneficio |
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che e' fece all'arte, come amico di quella, non restò vivendo mostrarci |
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come si negozia con li uomini grandi, co' mediocri e con gl'infimi. E |
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certo fra le sue doti singulari ne scorgo una di tal valore che in me |
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stesso stupisco, che il cielo gli dette forza di poter mostrare ne l'arte |
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nostra uno effetto sì contrario alle complessioni di noi pittori; e questo |
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è che naturalmente gli artefici nostri, non dico solo i bassi, ma quelli |
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che hanno umore d'esser grandi (come di questo umore l'arte ne produce |
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infiniti), lavorando ne l'opere in compagnia di Rafaello stavano uniti |
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e di concordia tale che tutti i mali umori nel veder lui si amorzavano, |
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et ogni vile e basso pensiero cadeva loro di mente: la quale unione |
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mai non fu più in altro tempo che nel suo. Questo avveniva perché restavano |