Volume 4

Edizione Giuntina
    morì, morire anche ella, ché quando egli gli occhi chiuse, ella quasi
    cieca rimase. Ora a noi, che dopo lui siamo rimasi, resta imitare
    il buono, anzi ottimo modo da lui lasciatoci in esempio, e,
    come merita la virtù sua e l'obligo nostro, tenerne nell'animo grazio-
5   sissimo ricordo e farne con la lingua sempre onoratissima memoria;
    ché invero noi abbiamo per lui l'arte, i colori e la invenzione unita-
    mente ridotti a quella fine e perfezzione che appena si poteva sperare:
    né di passar lui già mai si pensi spirito alcuno. Et oltre a questo bene-
    ficio che e' fece all'arte, come amico di quella, non restò vivendo mo-
10   strarci come si negozia con gli uomini grandi, co' mediocri e con gl'in-
    fimi. E certo fra le sue doti singulari ne scorgo una di tal valore che
    in me stesso stupisco, che il cielo gli diede forza di poter mostrare
    ne l'arte nostra uno effetto sì contrario alle complessioni di noi pit-
    tori; questo è che naturalmente gli artefici nostri, non dico solo i
15   bassi, ma quelli che hanno umore d'esser grandi (come di questo
    umore l'arte ne produce infiniti), lavorando ne l'opere in compagnia
    di Raffaello stavano uniti e di concordia tale che tutti i mali umori
    nel veder lui si amorzavano, et ogni vile e basso pensiero cadeva
    loro di mente: la quale unione mai non fu più in altro tempo che
- pagina 211 -

Edizione Torrentiniana
20   quando questo nobile artefice morì, morire anche ella, ché quando
    egli gli occhi chiuse, ella quasi cieca rimase. Ora a noi, che dopo lui
    siamo, resta imitare il buono, anzi ottimo modo da lui lasciatoci in esem-
    pio, e, come merita la virtù sua e l'obligo nostro, tenerne nell'animo
    graziosissimo ricordo e farne con la lingua sempre onoratissima memoria;
25   ché invero noi abbiamo per lui l'arte, i colori e la invenzione unitamente
    ridotti a quella fine e perfezzione che appena si poteva sperare: né di
    passar lui già mai si pensi spirito alcuno. Et oltre a questo beneficio
    che e' fece all'arte, come amico di quella, non restò vivendo mostrarci
    come si negozia con li uomini grandi, co' mediocri e con gl'infimi. E
30   certo fra le sue doti singulari ne scorgo una di tal valore che in me
    stesso stupisco, che il cielo gli dette forza di poter mostrare ne l'arte
    nostra uno effetto sì contrario alle complessioni di noi pittori; e questo
    è che naturalmente gli artefici nostri, non dico solo i bassi, ma quelli
    che hanno umore d'esser grandi (come di questo umore l'arte ne produce
35   infiniti), lavorando ne l'opere in compagnia di Rafaello stavano uniti
    e di concordia tale che tutti i mali umori nel veder lui si amorzavano,
    et ogni vile e basso pensiero cadeva loro di mente: la quale unione
    mai non fu più in altro tempo che nel suo. Questo avveniva perché restavano
- pagina 211 -
pagina precedentepagina successiva