Volume 4

Edizione Giuntina
    nel suo. E questo avveniva perché restavano vinti dalla cortesia e
    dall'arte sua, ma più dal genio della sua buona natura: la quale era sì
    piena di gentilezza e sì colma di carità, che egli si vedeva che fino
    agli animali l'onoravano nonché gli uomini. Dicesi che ogni pittore
5   che conosciuto l'avesse, et anche chi non lo avesse conosciuto, se lo
    avessi richiesto di qualche disegno che gli bisognasse, egli lasciava
    l'opera sua per sovvenirlo; e sempre tenne infiniti in opera, aiutan-
    doli et insegnandoli con quello amore che non ad artifici, ma a
    figliuoli proprii si conveniva; per la qual cagione si vedeva che non
10   andava mai a corte, che partendo di casa non avesse seco cinquanta
    pittori, tutti valenti e buoni che gli facevono compagnia per onorarlo.
    Egli insomma non visse da pittore, ma da principe. Per il che, o Arte
    della pittura, tu pur ti potevi allora stimare felicissima, avendo un
    tuo artefice che di virtù e di costumi t'alzava sopra il cielo! Beata
15   veramente ti potevi chiamare, da che per l'orme di tanto uomo hanno
    pur visto gli allievi tuoi come si vive, e che importi l'avere accompa-
    gnato insieme arte e virtute; le quali in Raffaello congiunte, potettero
    sforzare la grandezza di Giulio II e la generosità di Leone X, nel
    sommo grado e degnità che egli erono, a farselo familiarissimo et
20   usarli ogni sorte di liberalità, talché poté col favore e con le facultà
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Edizione Torrentiniana
    vinti dalla cortesia e dall'arte sua, ma più dal genio della sua buona
    natura: la quale era sì piena di gentilezza e sì colma di carità, che
    egli si vedeva che fino agli animali l'onoravano nonché gli uomini. Di-
    cesi che ogni pittore che conosciuto l'avessi, et anche chi non lo avesse
25   conosciuto, lo avessi richiesto di qualche disegno che gli bisognasse, egli
    lasciava l'opera sua per sovvenirlo; e sempre tenne infiniti in opera,
    aiutandoli et insegnandoli con quello amore che non ad artefici ma a
    figliuoli proprii si conveniva; per la qual cagione si vedeva che non
    andava mai a corte, che partendo di casa non avesse seco cinquanta
30   pittori, tutti valenti e buoni, che gli facevono compagnia per onorarlo.
    Egli insomma non visse da pittore, ma da principe. Per il che, o Arte
    della pittura, tu pur ti potevi allora stimare felicissima, avendo un tuo
    artefice che di virtù e di costumi t'alzava sopra il cielo! Beata vera-
    mente ti potevi chiamare, da che per l'orme di tale uomo hanno pur visto
35   gli allievi tuoi come si vive, e che importi l'avere accompagnato insieme
    arte e virtute; le quali in Rafaello congiunte, potettero sforzare la gran-
    dezza di Giulio II e la generosità di Leone X, nel sommo grado e de-
    gnità che egli erono, a farselo familiarissimo e usarli ogni sorte di liberalità,
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