Volume 4

Edizione Giuntina
    grandemente di lui ser Piero a questi esercizii. Laonde fattala con-
    durre a Firenze, senza altrimenti dire a Lionardo di chi ella si fosse,
    lo ricercò che egli vi dipignesse suso qualche cosa. Lionardo, arre-
    catosi un giorno tra le mani questa rotella, veggendola torta, mal
5   lavorata e goffa, la dirizzò col fuoco; e datala a un torniatore, di
    roz[z]a e goffa che ella era la fece ridurre delicata e pari; et appresso
    ingessatala et acconciatala a modo suo, cominciò a pensare quello che
    vi si potesse dipignere su, che avesse a spaventare chi le venisse
    contra, rappresentando lo effetto stesso che la testa già di Medusa.
10   Portò dunque Lionardo per questo effetto ad una sua stanza, dove
    non entrava se non egli solo, lucertole, ramarri, grilli, serpe, farfalle,
    locuste, nottole et altre strane spezie di simili animali, da la moltitu-
    dine de' quali variamente adattata insieme cavò uno animalaccio
    molto orribile e spaventoso, il quale avvelenava con l'alito e faceva
15   l'aria di fuoco, e quello fece uscire d'una pietra scura e spezzata,
    buffando veleno da la gola aperta, fuoco dagl'occhi e fumo dal naso
    sì stranamente, ch'e' pareva monstruosa et orribile cosa affatto: e
    penò tanto a farla, che in quella stanza era il morbo degli animali mor-
    ti troppo crudele, ma non sentito da Lionardo per il grande amore
20   che portava all'arte. Finita questa opera, che più non era ricerca né
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Edizione Torrentiniana
    Laonde fattala condurre a Firenze, senza altrimenti dire a Lionardo
    di chi ella si fosse, lo ricercò che egli vi dipignesse suso qualche cosa.
    Lionardo, arrecatosi un giorno tra le mani questa rotella, veggendola
    torta, mal lavorata e goffa, la dirizzò col fuoco; e datala a un tornia-
25   tore, di roz[z]a e goffa che ella era, la fece ridurre delicata e pari;
    et appresso ingessatala et acconciatala a modo suo, cominciò a pensare
    quello che vi si potesse dipignere su, che avesse a spaventare chi le ve-
    nisse contra, rappresentando lo effetto stesso che la testa già di Medusa.
    Portò dunque Lionardo per questo effetto ad una sua stanza, dove non
30   entrava se non e' solo, lucertole, ramarri, grilli, serpi, farfalle, locuste,
    nottole et altre strane spezie di simili animali, da la moltitudine de'
    quali variamente adattata insieme cavò uno animalaccio molto orribile
    e spaventoso, il quale avvelenava con l'alito e faceva l'aria di fuoco,
    e quello fece uscire d'una pietra scura e spezzata, buffando veleno da la
35   gola aperta, fuoco dagli occhi e fumo dal naso sì stranamente, che e'
    pareva monstruosa et orribil cosa: e penò tanto a farla, che in quella
    stanza era il morbo degli animali morti troppo crudele, ma non sentito
    da Lionardo per il grande amore che e' portava alla arte. Finita questa
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