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in Fiandra d'oro e di seta tessuta per mandare al re di Portogallo, |
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un cartone d'Adamo e d'Eva quando nel paradiso terrestre peccano; |
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dove col pennello fece Lionardo di chiaro e scuro lumeggiato di biacca |
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un prato di erbe infinite con alcuni animali, che invero può dirsi che in |
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diligenza e naturalità al mondo divino ingegno far non la possa sì simile. |
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Quivi è il fico, oltra lo scortar de le foglie e le vedute de' rami, condotto |
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con tanto amor[e], che l'ingegno si smarisce solo a pensare come uno |
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uomo possa avere tanta pacienzia. Èvvi ancora un palmizio che ha |
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la rotondità de le ruote de la palma lavorate con sì grande arte e maravi- |
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gliosa, che altro che la pazienzia e l'ingegno di Lionardo non lo poteva |
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fare. La quale opera altrimenti non si fece, onde il cartone è oggi in |
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Fiorenza nella felice casa del magnifico Ottaviano de' Medici, donatogli |
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non ha molto dal zio di Lionardo. |
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Dicesi che ser Piero da Vinci, zio di Lionardo, essendo alla |
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villa, fu ricercato domesticamente da un suo contadino, il quale d'un |
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fico da lui tagliato in sul podere aveva di sua mano fatto una rotella, |
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che a Fiorenza gnene facesse dipignere, e che egli contentissimo e vo- |
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lentieri lo fece, sendo molto pratico il vilano nel pigliare uc[c]elli e ne le |
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pescagioni, e servendosi grandemente di lui ser Piero a questi esercizii. |