Volume 4

Edizione Giuntina
    di dipignere, disegno ben fondato, et una maniera di colorito pia-
    cevole, ancorché talvolta usasse troppo gli scuri per dar maggior
    rilievo, prese da lui quello che gli parve secondo il suo bisogno e
    capriccio, cioè un modo mezzano di fare, così nel dissegno
5   come nel colorito; e mescolando col detto modo alcuni altri scelti
    delle cose migliori d'altri maestri, fece di molte maniere una sola,
    che fu poi sempre tenuta sua propria, la quale fu e sarà sempre sti-
    mata dagl'artefici infinitamente. E questa si vide perfetta poi nelle
    Sibille e ne' Profeti dell'opera che fece, come si è detto, nella Pace:
10   al fare della quale opera gli fu di grande aiuto l'aver veduto nella
    capella del Papa l'opera di Michelagnolo. E se Raffaello si fusse in
    questa sua detta maniera fermato, né avesse cercato di aggrandirla e
    variarla per mostrare che egli intendeva gl'ignudi così bene come
    Michelagnolo, non si sarebbe tolto parte di quel buon nome che
15   acquistato si aveva; perciò che gli ignudi che fece nella camera di
    torre Borgia, dove è l'incendio di Borgo Nuovo, ancora che siano
    buoni, non sono in tutto eccellenti. Parimente non sodisfeciono af-
    fatto quelli che furono similmente fatti da lui nella volta del palazzo
    d'Agostin Chigi in Trastevere, perché mancano di quella grazia e
20   dolcezza che fu propria di Raffaello: del che fu anche in gran parte
    cagione l'avergli fatto colorire ad altri col suo disegno; dal quale
    errore ravedutosi, come giudizioso, volle poi lavorare da sé solo e
    senza aiuto d'altri la tavola di San Pietro a Montorio della Trasfigu-
    razione di Cristo, nella quale sono quelle parti che già s'è detto che
25   ricerca e debbe avere una buona pittura. E se non avesse in questa
    opera, quasi per capriccio, adoperato il nero di fumo da stampatori,
    il quale, come più volte si è detto, di sua natura diventa sempre col
    tempo più scuro et offende gl'altri colori coi quali è mescolato,
    credo che quell'opera sarebbe ancor fresca come quando egli la fece,
30   dove oggi pare più tosto tinta che altrimenti.
    Ho voluto quasi nella fine di questa Vita fare questo discorso per
    mostrare con quanta fatica, studio e diligenza si governasse sempre
    mai questo onorato artefice, e particolarmente per utile degl'altri pit-
    tori, acciò si sappiano difendere da quelli impedimenti dai quali
35   seppe la prudenza e virtù di Raffaello difendersi. Aggiugnerò ancor
    questo, che doverebbe ciascuno contentarsi di fare volentieri quelle
    cose alle quali si sente da naturale instinto inclinato, e non volere
    por mano, per gareggiare, a quello che non gli vien dato dalla natura,
    per non faticare invano e spesso con vergogna e danno. Oltre ciò,
40   quando basta il fare, non si dee cercare di volere strafare per passare
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