Volume 4

Edizione Giuntina
    la maniera di Lionardo più che qualunche altra avesse
    veduta mai, si mise a studiarla, e lasciando, se bene con gran fatica,
    a poco a poco la maniera di Pietro, cercò, quanto seppe e poté il più,
    d'imitare la maniera di esso Lionardo. Ma per diligenza o studio che
5   facesse, in alcune difficultà non poté mai passare Lionardo; e se bene
    pare a molti che egli lo passasse nella dolcezza et in una certa facilità
    naturale, egli nondimeno non gli fu punto superiore in un certo fon-
    damento terribile di concetti e grandezza d'arte, nel che pochi sono
    stati pari a Lionardo: ma Raffaello se gli è avvicinato bene più che
10   nessuno altro pittore, e massimamente nella grazia de' colori.
    Ma tornando a esso Raffaello, gli fu col tempo di grandissimo
    disaiuto e fatica quella maniera che egli prese di Pietro quando era
    giovanetto, la quale prese agevolmente per essere minuta, secca e
    di poco dissegno; perciò che non potendosela dimenticare, fu ca-
15   gione che con molta difficultà imparò la bellezza degl'ignudi et il
    modo degli scórti difficili dal cartone che fece Michelagnolo Buo-
    narroti per la sala del Consiglio di Fiorenza: et un altro che si fusse
    perso d'animo, parendogli avere insino allora gettato via il tempo,
    non arebbe mai fatto, ancorché di bellissimo ingegno, quello che
20   fece Raffaello; il quale smorbatosi e levatosi da dosso quella maniera
    di Pietro per apprender quella di Michelagnolo, piena di difficultà
    in tutte le parti, diventò quasi di maestro nuovo discepolo, e si sfor-
    zò con incredibile studio di fare, essendo già uomo, in pochi mesi
    quello che arebbe avuto bisogno di quella tenera età che meglio ap-
25   prende ogni cosa, e de lo spazzio di molti anni. E nel vero, chi non
    impara a buon'ora i buoni principii e la maniera che vuol seguitare,
    et a poco a poco non va facilitando con l'esperienza le difficultà del-
    l'arti, cercando d'intendere le parti e metterle in pratica, non diverrà
    quasi mai perfetto: e se pure diverrà, sarà con più tempo e molto
30   maggior fatica. Quando Raffaello si diede a voler mutare e migliora-
    re la maniera, non aveva mai dato opera agl'ignudi con quello
    studio che si ricerca, ma solamente gli aveva ritratti di naturale nella
    maniera che aveva veduto fare a Pietro suo maestro, aiutan-
    dogli con quella grazia che aveva dalla natura. Datosi dunque allo
35   studiare gl'ignudi et a riscontrare i musculi delle notomie e degl'uo-
    mini morti e scorticati con quelli de' vivi - che per la coperta della
    pelle non appariscono terminati nel modo che fanno levata la pelle -,
    e veduto poi in che modo si facciano carnosi e dolci ne' luoghi loro,
    e come nel girare delle vedute si facciano con grazia certi storcimenti,
40   e parimente gl'effetti del gonfiare et abbassare et alzare o un membro
- pagina 205 -
pagina precedentepagina successiva