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avvengaché, chi vuol conoscere [il] mostrare [in] pittura Cristo tra- |
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sfigurato alla divinità, lo guardi in questa opera, nella quale egli lo |
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fece sopra a questo monte, diminuito in una aria lucida con Mosè |
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et Elia, che alluminati da una chiarezza di splendore si fanno vivi |
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nel lume suo. Sono in terra prostrati Pietro, Iacopo e Giovanni in |
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varie e belle attitudini: chi ha aùtterra il capo, e chi con fare |
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ombra agl'occhi con le mani si difende dai raggi e dalla immensa |
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luce dello splendore di Cristo, il quale, vestito di colore di neve, pare |
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che aprendo le braccia et alzando la testa mostri la essenza e la deità |
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di tutte tre le Persone, unitamente ristrette nella perfezzione dell'arte |
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di Raffaello; il quale pare che tanto si restrignesse insieme con la |
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virtù sua per mostrare lo sforzo et il valor dell'arte nel volto di Cristo, |
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che finitolo, come ultima cosa che a fare avesse, non toccò più pen- |
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nelli, sopragiugnendoli la morte. |
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Ora, avendo raccontate l'opere di questo eccellentissimo artefice, |
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prima che io venga a dire altri particolari della vita e morte sua, |
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non voglio che mi paia fatica discorrere alquanto per utile de' nostri |
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artefici intorno alle maniere di Raffaello. Egli dunque, avendo nella |
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sua fanciullezza imitato la maniera di Pietro Perugino suo maestro, |
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e fattala molto migliore per disegno, colorito et invenzione, e paren- |
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dogli aver fatto assai, conobbe, venuto in migliore età, esser troppo |
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lontano dal vero: perciò che vedendo egli l'opere di Lionardo da |
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Vinci, il quale nell'arie delle teste, così di maschi come di femmine, |
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non ebbe pari, e nel dar grazia alle figure e ne' moti superò tutti |
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gl'altri pittori, restò tutto stupefatto e maravigliato; et insomma piacendogli |