Volume 4

Edizione Giuntina
    sono in pontificale a' loro luoghi a sedere ordinatamente co-
    me costuma la cappella, ritratti di naturale, come Giannoz[z]o Pan-
    dolfini vescovo di Troia, amicissimo di Raffaello, e molti altri
    che furono segnalati in quel tempo; e vicino al re è un putto ginoc-
5   chioni che tiene la corona reale, che fu ritratto Ipolyto de' Medici,
    che fu poi cardinale e vicecancelliere, tanto pregiato et amicissimo
    non solo di questa virtù, ma di tutte le altre: alle benignissime ossa
    del quale i' mi conosco molto obbligato, poiché il principio mio,
    quale egli si fusse, ebbe origine da lui. Non si può scrivere le minuzie
10   delle cose di questo artefice, ché invero ogni cosa nel suo silenzio par
    che favelli; oltra i basamenti fatti sotto a queste con varie figure di
    difensori e remuneratori della Chiesa, messi in mezzo da varii ter-
    mini, e condotto tutto d'una maniera che ogni cosa mostra spirto et
    affetto e considerazione, con quella concordanzia et unione di colorito
15   l'una con l'altra che migliore non si può imaginare. E perché la volta
    di questa stanza era dipinta da Pietro Perugino suo maestro, Raffael-
    lo non la volse guastar per la memoria sua e per l'affezzione ch'e' gli
    portava, sendo stato principio del grado che egli teneva in tal virtù.
    Era tanta la grandezza di questo uomo, che teneva disegnatori
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Edizione Torrentiniana
20   cardinali, vescovi, camerieri, scudieri, cubicularii, sono in ponti-
    ficale a' loro luoghi a sedere ordinatamente come costuma la cappella, ri-
    tratti di naturale, come Giannoz[z]o Pandolfini vescovo di Troia, amicis-
    simo di Rafaello, e molti altri che furono segnalati in quel tempo; e
    vicino al re è un putto ginocchioni che tiene la corona reale, che fu ritratto
25   Ipolyto de' Medici, che fu poi cardinale e vicecancelliere, tanto pre-
    giato et amicissimo non solo di questa virtù, ma di tutte le altre: alle
    benignissime ossa del quale mi conosco molto obbligato, poiché il principio
    mio, quale egli si sia, ebbe origine da lui. Non si può scrivere le minuzie
    delle cose di questo artefice, ché invero ogni cosa nel suo silenzio par
30   che favelli; oltra i basamenti fatti sotto a queste con varie figure di
    difensori e remuneratori della Chiesa, messi in mezzo da varii termini,
    e condotto tutto d'una maniera che ogni cosa mostra spirto et affetto e
    considerazione, con quella concordanzia et unione di colorito l'una con
    l'altra che non si può imaginare nonché fare. E perché la volta di questa
35   stanza era dipinta da Pietro Perugino suo maestro, Raffaello non la
    volse guastar per la memoria sua e per l'affezzione che egli gli porta-
    va, sendo stato principio del grado che egli teneva in tal virtù.
    Era tanta la grandezza di questo uomo, che teneva disegnatori per
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