Volume 4

Edizione Giuntina
    mostra nelle cose dell'arte. Ma per tornare alle stampe, il favorire
    Raffaello il Baviera fu cagione che si destasse poi Marco da Ravenna
    et altri infiniti, per sì fatto modo che le stampe in rame fecero de la
    carestia loro quella copia che al presente veggiamo; per che Ugo da
5   Carpi con belle invenzioni, avendo il cervello vòlto a cose ingegnose
    e fantastiche, trovò le stampe di legno, che con tre stampe possono
    il mez[z]o, il lume e l'ombra contrafare le carte di chiaro oscuro: la
    quale certo fu cosa di bella e capricciosa invenzione, e di questa an-
    cora è poi venuta abbondanza, come si dirà nella Vita di Marcantonio
10   Bolognese più minutamente.
    Fece poi Raffaello per il monasterio di Palermo, detto Santa Ma-
    ria dello Spasmo, de' frati di Monte Oliveto, una tavola d'un Cristo
    che porta la croce, la quale è tenuta cosa maravigliosa, conoscendosi
    in quella la impietà de' crocifissori che lo conducono alla morte al
15   monte Calvario con grandissima rabbia, dove il Cristo appassiona-
    tissimo nel tormento dello avvicinarsi alla morte, cascato in terra per
    il peso del legno della croce e bagnato di sudore e di sangue, si volta
    verso le Marie, che piangono dirot[t]issimamente. Oltre ciò si vede fra
    loro Veronica che stende le braccia porgendoli un panno, con uno
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Edizione Torrentiniana
20   provare, oltra al giudizio buono che egli ha e mostra nelle cose dell'arte.
    Ma per tornare a le stampe, il favorire il Baviera fu cagione che si
    destassi poi Marco da Ravenna et altri infiniti, talché le stampe in
    rame fecero de la carestia loro quella copia ch'al presente veggiamo;
    per che Ugo da Carpi, che d'invenzione aveva il cervello in cose inge-
25   gnose e fantastiche, trovò le stampe di legno, che con tre stampe si possa il mez[z]o, il lume e l'ombra contrafare le carte di chiaro oscuro: la quale
    certo fu cosa di bella e capricciosa invenzione, e di questa ancora è poi
    venuta abbondanza.
    Egli fece per il monasterio di Palermo, detto Santa Maria dello
    Spasmo, de' frati di Monte Oliveto, una tavola d'un Cristo che porta
30   la croce, la quale è tenuta cosa maravigliosa, conoscendosi in quella la
    impietà de' crocifissori che lo conducevano a la morte al monte Calvario
    con grandissima rabbia, dove il Cristo appassionatissimo nel tormento
    dello avvicinarsi alla morte, cascato in terra per il peso del legno della
    croce e bagnato di sudore e di sangue, si volta verso le Marie, che del
35   dolore piangono dirottissimamente. Èvvi fra loro Veronica che stende le
    braccia porgendoli un panno, con uno affetto di carità grandissima;
    oltra che l'opera è piena di armati a cavallo et a piede, i quali sboccano
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