Volume 4

Edizione Giuntina
    man sua, le quali furono carissime ad Alberto. Era questa testa fra
    le cose di Giulio Romano, ereditario di Raffaello, in Mantova. Aven-
    do dunque veduto Raffaello lo andare nelle stampe d'Alberto Du-
    rero, volonteroso ancor egli di mostrare quel che in tale arte poteva,
5   fece studiare Marco Antonio Bolognese in questa pratica infinita-
    mente; il quale riuscì tanto eccellente, che gli fece stampare le prime
    cose sue: la carta degli Innocenti, un Cenacolo, il Nettunno e la Santa
    Felicita quando bolle nell'olio. Fece poi Marco Antonio per Raffaello
    un numero di stampe, le quali Raffaello donò poi al Baviera suo
10   garzone, ch'aveva cura d'una sua donna, la quale Raffaello amò sino
    alla morte, e di quella fece un ritratto bellissimo che pareva viva viva,
    il quale è oggi in Fiorenza appresso il gentilissimo Matteo Botti
    mercante fiorentino, amico e familiare d'ogni persona virtuosa e mas-
    simamente dei pittori, tenuta da lui come reliquia per l'amore che
15   egli porta all'arte e particularmente a Raffaello; né meno di lui stima
    l'opere dell'arte nostra e gli artefici il fratello suo Simon Botti, che
    oltra lo esser tenuto da tutti noi per uno de' più amorevoli che
    faccino beneficio agli uomini di queste professioni, è da me particu-
    lare tenuto e stimato per il migliore e maggiore amico che si possa
20   per lunga esperienza aver caro, oltra al giudicio buono che egli ha e
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Edizione Torrentiniana
    Alberto. Era questa testa fra le cose di Giulio Romano, ereditario di
    Raffaello, in Mantova. Per che, avendo veduto Raffaello lo andare
    nelle stampe d'Alberto Durero, volonteroso ancor egli di mostrare quel
    che in tale arte poteva, fece studiare Marco Antonio Bolognese in que-
25   sta pratica infinitamente; il quale riuscì tanto eccellente, che fece stam-
    pare le prime cose sue: la carta degli Innocenti, un Cenacolo, il Nettun-
    no e la Santa Felicita quando bolle nell'olio. Fece poi Marco Antonio
    per Rafaello un numero di stampe, le quali Rafaello donò poi al Baviera
    suo garzone, ch'aveva cura d'una sua donna, la quale Rafaello amò
30   sino alla morte, e di quella fece un ritratto bellissimo, che pareva
    viva viva, il quale è oggi in Fiorenza appresso il gentilissimo Matteo
    Botti mercante fiorentino, amico e familiare d'ogni persona virtuosa e
    massime dei pittori, tenuta da lui come reliquia per lo amore che egli
    porta all'arte e particularmente a Rafaello; né meno di lui stima l'opere
35   dell'arte nostra e gli artefici il fratello suo Simon Botti, che oltra lo
    esser tenuto da tutti noi per uno de' più amorevoli che faccino benefizio
    agli uomini di queste professioni, è da me particulare tenuto e stimato
    per il migliore e maggiore amico che a lungo si possa con isperimenti
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