Volume 4

Edizione Giuntina
    nel corso de' Tintori, appresso al Canto degl'Alberti. Fece anco a
    Domenico Canigiani, in un quadro, la Nostra Donna con il putto
    Gesù che fa festa a un San Giovannino pòrtogli da Santa Elisabetta,
    che mentre lo sostiene con prontezza vivissima guarda un San Giu-
5   seppo, il quale standosi apoggiato con ambe le mani a un bastone,
    china la testa verso quella vecchia, quasi maravigliandosi e lodandone
    la grandezza di Dio che così attempata avesse un sì picciol figliuolo; e
    tutti pare che stupischino del vedere con quanto senno in quella età
    sì tenera i due cugini, l'uno reverente all'altro, si fanno festa: sen-
10   zaché ogni colpo di colore nelle teste, nelle mani e ne' piedi sono anzi
    pennellate di carne che tinta di maestro che faccia quell'arte. Questa
    nobilissima pittura è oggi appresso gl'eredi del detto Domenico Ca-
    nigiani, che la tengono in quella stima che merita un'opera di Raf-
    faello da Urbino.
15   Studiò questo eccellentissimo pittore nella città di Firenze le cose
    vecchie di Masaccio, e quelle che vide nei lavori di Lionardo e di
    Michelagnolo lo feciono attendere maggiormente agli studî, e per
    conseguenza acquistarne miglioramento straordinario all'arte et alla
    sua maniera. Ebbe oltre gl'altri, mentre stette Raffaello in Fiorenza,
20   stretta dimestichezza con fra' Bartolomeo di San Marco, piacendogli
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Edizione Torrentiniana
    Fece ancora a Domenico Canigiani un altro quadro della medesima
    grandezza, nel quale è una Nostra Donna col Putto, che faccendo festa
    a un San Giovannino che gli è pòrto da Santa Elisabetta, mentre che
    ella con una vivezza prontissima lo sostiene guarda un San Giuseppo,
25   che, apoggiatosi con ambedue le mani a un bastone, china la testa a
    quella vecchia, che l'uno e l'altro pare che stupischino del veder con
    quanto senno in quella età sì tenera i due cugini, l'un reverente a l'altro,
    si fanno festa: oltra che ogni colpo di colore nelle teste, mani e piedi son
    pennellate di carne viva più che d'altra tinta di maestro che facci
30   quell'arte; la quale opera è oggi appresso gli eredi di Domenico tenuta
    con grandissima venerazione.
    Studiò Rafaello in Fiorenza le cose vecchie di Masaccio, e vide nei
    lavori di Lionardo e di Michele Agnolo cose tali che gli furono cagione
    di augumentare lo studio in maniera, per la veduta di tali opere, che
35   gran miglioramento e grazia accrebbe in tale arte. Era in quel tempo
    fra' Bartolomeo da San Marco coloritore in quella terra bonissimo,
    del quale aveva Rafaello presa domestichezza, piacendogli molto; per
    che egli ogni giorno visitandolo, cercava assai d'imitarlo; e acciò che
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