Volume 4

Edizione Giuntina
    tavola, alla cappella degl'Ansidei, una Nostra Donna, San Giovanni
    Battista e San Nicola; et in San Severo della medesima città, piccol
    monasterio dell'Ordine di Camaldoli, alla cappella della Nostra
    Donna fece in fresco un Cristo in gloria, un Dio Padre con alcuni
5   Angeli a torno e sei Santi a sedere, cioè tre per banda: San Bene-
    detto, San Romualdo, San Lorenzo, San Girolamo, San Mauro e
    San Placido; et in questa opera, la quale per cosa in fresco fu allora
    tenuta molto bella, scrisse il nome suo in lettere grandi e molto bene
    apparenti. Gli fu anco fatto dipignere nella medesima città, dalle
10   Donne di Santo Antonio da Padoa, in una tavola la Nostra Donna,
    et in grembo a quella, sì come piacque a quelle semplici e venerande
    donne, Gesù Cristo vestito, e dai lati di essa Madonna San Piero,
    San Paulo, Santa Cecilia e Santa Caterina, alle qual' due sante ver-
    gini fece le più belle e dolci arie di teste e le più varie acconciature
15   da capo - il che fu cosa rara in que' tempi - che si possino vedere;
    e sopra questa tavola, in un mezzo tondo, dipinse un Dio Padre bel-
    lissimo, e nella predella dell'altare tre storie di figure piccole: Cristo
    quando fa orazione nell'orto, quando porta la croce, dove sono bel-
    lissime movenze di soldati che lo stracinano, e quando è morto in
20   grembo alla Madre; opera certo mirabile, devota, e tenuta da quelle
    donne in gran venerazione e da tutti i pittori molto lodata. Né tacerò
    che si conobbe, poi che fu stato a Firenze, che egli variò et abbellì
    tanto la maniera mediante l'aver vedute molte cose e di mano di
    maestri eccellenti, che ella non aveva che fare alcuna cosa con quella
25   prima, se non come fussino di mano di diversi e più e meno
    eccellenti nella pittura. Prima che partisse ,di Perugia, lo pregò ma-
    donna Atlanta Baglioni che egli volesse farle per la sua cappella nella
    chiesa di San Francesco una tavola; ma perché egli non poté ser-
    virla allora, le promise che tornato che fusse da Firenze, dove al-
30   lora per suoi bisogni era forzato d'andare, non le mancherebbe. E
    così venuto a Firenze, dove attese con incredibile fatica agli stu-
    dî dell'arte, fece il cartone per la detta cappella con animo d'anda-
    re, come fece, quanto prima gli venisse in acconcio, a metterlo in
    opera.
35   Dimorando adunque in Fiorenza, Agnolo Doni, il quale quanto
    era assegnato nell'altre cose, tanto spendeva volentieri - ma con più
    risparmio che poteva - nelle cose di pittura e di scultura, delle quali
    si dilettava molto, gli fece fare il ritratto di sé e della sua donna in
    quella maniera che si veggiono appresso Giovan Battista suo figliuolo
40   nella casa che detto Agnolo edificò bella e comodissima in Firenze
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