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quale ne menò seco a Roma, et egli fece volentieri questo viaggio per rivedere |
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Antonio e l'opere d'esso: dove dimorò alcuni mesi. Accadde allora che il |
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cardinale venne in disgrazia del Papa e si partì da Roma per non esser |
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fatto prigione, e Giuliano gli tenne sempre compagnia. Arrivati dunque |
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a Savona, crebbero maggior numero di maestri da murare et altri arte- |
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fici in su il lavoro. Ma facendosi ognora più vivi i romori del Papa con- |
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tra il cardinale, non stette molto ch'e' se n'andò in Avignone, e d'un mo- |
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dello che Giuliano aveva fatto d'un palazzo per lui fece fare un dono |
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al re; il quale modello era maraviglioso, di bellissimi ordini, e corrispon- |
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dente di ornamento con variati garbi, capace per lo allog[g]iamento di |
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tutta la sua corte. Era la corte reale in Lione quando Giuliano presentò il |
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modello, il quale fu tanto caro et accetto al re che largamente lo premiò |
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e gli diede lode infinite, e ne rese molte grazie al cardinale ch'era in |
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Avignone. Ebbero intanto nuove che il palazzo di Savona era già presso |
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alla fine; per il che il cardinale deliberò che Giuliano rivedesse tale opera: |
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e così andò Giuliano a Savona, e poco vi dimorò che fu finito afatto. |
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Laonde Giuliano desiderando tornare a Fiorenza, dove per lungo tempo |
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non era stato, con que' maestri prese il cammino. Aveva in quel tempo |
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il re di Francia rimesso Pisa in libertà, e durava ancora la guerra |