Volume 4

Edizione Giuntina
    Dimorò dunque in Prato tre anni continui, con sopportare la
    spesa, il disagio e 'l dolore come potette il meglio.
    Dopo, avendosi a ricoprire la chiesa della Madonna di Loreto e
    voltare la cupola, già stata cominciata e non finita da Giuliano da
5   Maiano, dubitavano coloro che di ciò avevano la cura che la debo-
    lezza de' pilastri non reggesse così gran peso; per che scrivendo a
    Giuliano che, se voleva tale opera, andasse a vedere, egli, come ani-
    moso e valente, andò e mostrò con facilità quella poter voltarsi, e
    che a ciò gli bastava l'animo; e tante e tali ragioni allegò loro che
10   l'opera gli fu allogata. Dopo la quale allogazione fece spedire l'opera
    di Prato, e coi medesimi maestri muratori e scarpellini a Loreto si
    condusse. E perché tale opra avesse fermezza nelle pietre e saldezza
    e forma e stabilità, e facesse legazione, mandò a Roma per la pozzo-
    lana, né calce fu che con essa non fosse temperata, e murata ogni pie-
15   tra: e così in termine di tre anni quella finita e libera rimase perfetta.
    Andò poi a Roma, dove a papa Alessandro VI restaurò il tetto di
    Santa Maria Maggiore che ruinava, e vi fece quel palco ch'al presente
    si vede. Così nel praticare per la corte il vescovo della Rovere, fatto
    cardinale di San Pietro in Vincola, già amico di Giuliano fin quando
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Edizione Torrentiniana
20   Dimorò dunque in Prato tre anni continui, con sopportare la spesa,
    il disagio e 'l dolore quanto poteva il meglio.
    Avvenne che a Santa Maria di Loreto era la chiesa scoperta; et
    avendosi a voltare la cupola, cominciata già e non finita da Giuliano
    da Maiano, stavano in dubbio che la debolezza de' pilastri non reggesse
25   tal peso. Per il che scrissero a Giuliano che, se voleva tale opera,
    la andasse a vedere; et egli, come animoso e valente, mostrò con facilità
    quella poter voltarsi, e che a ciò gli bastava l'animo; e tante e tali
    ragioni allegò loro che l'opera gli fu allogata. Dopo la quale allogazione
    fece espedire l'opera di Prato, e coi medesimi maestri muratori e scar-
30   pellini a Loreto si condusse. E perché tale opra avesse fermezza nelle
    pietre e saldezza e forma e stabilità, e facesse legazione, mandò a Roma
    per la pozzolana, né calce fu che con essa non fosse temperata, e murata
    ogni pietra: così in termine di tre anni quella finita e libera rimase
    perfetta.
35   Andò poi a Roma, dove a papa Alessandro VI restaurò il tetto di
    Santa Maria Maggiore che ruinava, e vi fece quel palco ch'al presente
    si vede, che dallo ingegno e valor di Giuliano fu condotto. Così nel prati-
    care per la corte il vescovo della Rovere, fatto cardinale di San Pietro
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