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persone onorate, recherà loro onore e lode perpetua, perché chi aiuta |
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e favorisce nell'alte imprese i belli e pellegrini ingegni, da e' quali |
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riceve il mondo tanta bellezza, onore, comodo e utile, merita di vi- |
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vere eternamente per fama negli intelletti degl'uomini. Fra gl'altri |
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che studiarono l'arti del disegno in questo giardino, riuscirono tutti |
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questi eccellentissimi: Michelagnolo di Lodovico Bonarroti, Giovan |
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Francesco Rustici, Torrigiano Torrigiani, Francesco Granacci, Nic- |
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colò di Domenico Soggi, Lorenzo di Credi e Giuliano Bugiardini; |
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e de' forestieri: Baccio da Montelupo, Andrea Contucci dal Monte |
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Sansovino, et altri de' quali si farà memoria al luogo loro. |
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Il Torrigiano adunque, del quale al presente scriviamo la Vita, |
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praticando nel detto giardino con i sopradetti, era di natura tanto |
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superbo e colloroso, oltre all'essere di persona robusta, d'animo fiero |
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e coraggioso, che tutti gl'altri bene spesso soperchiava di fatti e di |
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parole. Era la sua principale professione la scoltura, ma nondimeno |
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lavorava di terra molto pulitamente e con assai bella e buona maniera; |
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ma non potendo egli sopportare che niuno con l'opere gli passasse |
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inanzi, si metteva a guastar con le mani quell'opere di man d'altri |
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alla bontà delle quali non poteva con l'ingegno arrivare; e se altri di |
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ciò se risentiva, egli spesso veniva ad altro che a parole. Aveva costui |
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particolar odio con Michelagnolo, non per altro se non perché lo |
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vedeva studiosamente attendere all'arte, e sapeva che nascosamente |
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la notte et il giorno delle feste disegnava in casa, onde poi nel giar- |
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dino riusciva meglio che tutti gl'altri et era perciò molto carezzato |
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dal magnifico Lorenzo. Per che mosso da crudele invidia, cercava |
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sempre d'offenderlo di fatti o di parole; onde,venuti un giorno alle |
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mani, diede il Torrigiano a Michelagnolo sì fattamente un pugno |
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sul naso, che gl[i]elo infranse di maniera che lo portò poi sempre così |
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stiacciato mentre che visse: la qual cosa avendo intesa il Magnifico, |
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ne ebbe tanto sdegno che, se il Torrigiano non si fuggiva di Firenze, |
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n'arebbe ricevuto qualche grave castigo. |
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Andatosene dunque a Roma, dove allora faceva lavorare Alessan- |
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dro VI torre Borgia, vi fece il Torrigiano in compagnia d'altri mae- |
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stri molti lavori di stucchi. Poi dandosi danari per lo duca Valentino |
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che faceva guerra ai Romagnuoli, il Torrigiano fu sviato da al- |
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cuni giovani fiorentini; e così fattosi in un tratto di scultore soldato, |
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si portò in quelle guerre di Romagna valorosamente. Il medesimo |
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fece con Paulo Vitelli nella guerra di Pisa, e con Piero de' Medici |
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si trovò nel fatto d'arme del Garigliano, dove si acquistò una insegna |
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e nome di valente alfiere. Finalmente, conoscendo che non era per |