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e per eredità mantenuta, si risolvette darsi a più bassa e meno faticosa |
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e più allegra arte; et aperto una bellissima osteria fuor della Porta |
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San Gallo, et al ponte vecchio al Drago una taverna e osteria, fece |
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quella molti mesi, dicendo che aveva presa un'arte la quale era senza |
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muscoli, scórti, prospettive e, quel ch'importa più, senza biasmo, |
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e che quella che aveva lasciata era contraria a questa, perché imitava |
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la carne et il sangue, e questa faceva il sangue e la carne, e che |
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quivi ognora si sentiva, avendo buon vino, lodare, et a quella ogni |
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giorno si sentiva biasimare. Ma pure venutagli anco questa a noia, |
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rimorso dalla viltà del mestiero, ritornò alla pittura, dove fece per |
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Fiorenza quadri e pitture in casa di cittadini, e lavorò a Giovan Ma- |
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ria Benintendi tre storiette di sua mano; et in casa Medici, per la |
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creazione di Leon Decimo, dipinse a olio un tondo della sua arme |
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con la Fede, la Speranza e la Carità, il quale sopra la porta del palazzo |
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loro stette gran tempo. Prese a fare nella Compagnia di S. Zanobi, |
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allato alla canonica di Santa Maria del Fiore, una tavola della Nun- |
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ziata, e quella con molta fatica condusse. Aveva fatto far lumi a posta, |
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et in su l'opera la volle lavorare, per potere condurre le vedute, che |
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alte e lontane erano, abbagliate diminuire e crescere a suo modo. |
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Eragli entrato in fantasia che le pitture, che non avevano rilievo e |