Volume 4

Edizione Giuntina
    giovani che seco imparavano l'arte, non lo sapendo Mariotto, ave-
    vano contrafatto la chiave di quelle finestre onde si porge a' frati la
    pietanza, la quale risponde in camera loro, et alcune volte secreta-
    mente, quando a uno e quando a uno altro, rubavano il mangiare.
5   Fu molto romore di questa cosa tra' frati, perché delle cose della gola
    si risentono così bene come gli altri; ma facendo ciò i garzoni con
    molta destrezza et essendo tenuti buone persone, incolpavano coloro
    alcuni frati che per odio l'un dell'altro il facessero: dove la cosa pur
    si scoperse un giorno; per che i frati, acciò che il lavoro si finisse,
10   raddoppiarono la pietanza a Mariotto et a' suoi garzoni, i quali con
    allegrezza e risa finirono quella opera. Alle monache di San Giuliano
    di Fiorenza fece la tavola dello altar maggiore, che in Gualfonda
    lavorò in una sua stanza, insieme con un'altra nella medesima chiesa
    d'un Crocifisso con Angeli e Dio Padre, figurando la Trinità in cam-
15   po d'oro, a olio.
    Era Mariotto persona inquietissima e carnale nelle cose d'amore,
    e di buon tempo nelle cose del vivere; per che venendogli in odio le
    sofisticherie e gli stillamenti di cervello della pittura, et essendo
    spesso dalle lingue de' pittori morso, come è continua usanza in loro
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Edizione Torrentiniana
20   imparavano l'arte, non lo sapendo Mariotto, avevano contrafatto la
    chiave di quelle finestre onde si porge a' frati la piatanza, la quale ri-
    sponde in camera loro, et alcune volte secretamente, quando a uno
    e quando a uno altro, rubavano il mangiare. Fu molto romore di que-
    sta cosa tra ' frati, perché de le cose della gola i frati si risentono
25   molto ben come gli altri; e facendo ciò i garzoni con molta destrezza,
    essendo tenuti buone persone, incolpavano coloro alcuni frati che per
    odio l'un dell'altro il facessero: dove la cosa pur si scoperse un giorno;
    per che i frati, acciò che il lavoro si finisse, raddoppiarono la piatan-
    za a Mariotto et a' suoi garzoni, i quali con allegrezza e risa fi-
30   nirono quella opera. Alle monache di San Giuliano di Fiorenza fe-
    ce la tavola dello altar maggiore, che in Gualfonda lavorò in una
    sua stanza, insieme con un'altra nella medesima chiesa d'un Croci-
    fisso con Angeli e Dio Padre, figurando la Trinità in campo d'oro,
    a olio.
35   Era Mariotto persona inquietissima e carnale nelle cose d'amore, e di
    buon tempo nelle cose del vivere; per che venendogli in odio le sofisti-
    cherie e gli stillamenti di cervello della pittura, et essendo spesso dalle
    lingue de' pittori morso, come è continua usanza in loro e per eredità
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