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imparavano l'arte, non lo sapendo Mariotto, avevano contrafatto la |
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chiave di quelle finestre onde si porge a' frati la piatanza, la quale ri- |
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sponde in camera loro, et alcune volte secretamente, quando a uno |
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e quando a uno altro, rubavano il mangiare. Fu molto romore di que- |
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sta cosa tra ' frati, perché de le cose della gola i frati si risentono |
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molto ben come gli altri; e facendo ciò i garzoni con molta destrezza, |
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essendo tenuti buone persone, incolpavano coloro alcuni frati che per |
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odio l'un dell'altro il facessero: dove la cosa pur si scoperse un giorno; |
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per che i frati, acciò che il lavoro si finisse, raddoppiarono la piatan- |
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za a Mariotto et a' suoi garzoni, i quali con allegrezza e risa fi- |
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nirono quella opera. Alle monache di San Giuliano di Fiorenza fe- |
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ce la tavola dello altar maggiore, che in Gualfonda lavorò in una |
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sua stanza, insieme con un'altra nella medesima chiesa d'un Croci- |
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fisso con Angeli e Dio Padre, figurando la Trinità in campo d'oro, |
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a olio. |
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Era Mariotto persona inquietissima e carnale nelle cose d'amore, e di |
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buon tempo nelle cose del vivere; per che venendogli in odio le sofisti- |
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cherie e gli stillamenti di cervello della pittura, et essendo spesso dalle |
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lingue de' pittori morso, come è continua usanza in loro e per eredità |