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cose, che oggi non si ritruovano. Fece d'oro medesimamente a papa |
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Martino un bottone, ch'egli teneva nel piviale, con figure tonde di rilie- |
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vo, e fra esse gioie di grandissimo prezzo, cosa molto eccellente; e così |
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una mìtera maravigliosissima di fogliami d'oro straforati, e fra essi |
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molte figure piccole tutte tonde che furon tenute bellissime. E ne |
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acquistò, oltra al nome, utilità grande da la liberalità di quel Pontefice. |
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Venne in Fiorenza l'anno 1439 papa Eugenio, per unire la Chiesa |
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Greca colla Romana, dove si fece il Concilio; e visto l'opere di Lo- |
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renzo, e piaciutogli non manco la presenza sua che si facessino quelle, |
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gli fece fare una mìtera d'oro di peso di libre quindici e le perle di |
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libre cinque e mezzo, le quali erano stimate con le gioie in essa ligate |
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trentamila ducati d'oro. Dicono che in detta opera erano sei perle |
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come nocciuole avellane, e non si può imaginare, secondo che s'è |
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visto poi in un disegno di quella, le più belle biz[z]arrie di legami |
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nelle gioie e nella varietà di molti putti et altre figure che servivano |
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a molti varii e graziati ornamenti. Della quale ricevette infinite grazie |
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e per sé e per gli amici da quel Pontefice, oltra il primo pagamento. |
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Aveva Fiorenza ricevute tante lode per l'opere eccellenti di questo |
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ingegnosissimo artefice, che e' fu deliberato da' Consoli dell'Arte de' |