Volume 3

Edizione Giuntina
    cose, che oggi non si ritruovano. Fece d'oro medesimamente a papa
    Martino un bottone, ch'egli teneva nel piviale, con figure tonde di rilie-
    vo, e fra esse gioie di grandissimo prezzo, cosa molto eccellente; e così
    una mìtera maravigliosissima di fogliami d'oro straforati, e fra essi
5   molte figure piccole tutte tonde che furon tenute bellissime. E ne
    acquistò, oltra al nome, utilità grande da la liberalità di quel Pontefice.
    Venne in Fiorenza l'anno 1439 papa Eugenio, per unire la Chiesa
    Greca colla Romana, dove si fece il Concilio; e visto l'opere di Lo-
    renzo, e piaciutogli non manco la presenza sua che si facessino quelle,
10   gli fece fare una mìtera d'oro di peso di libre quindici e le perle di
    libre cinque e mezzo, le quali erano stimate con le gioie in essa ligate
    trentamila ducati d'oro. Dicono che in detta opera erano sei perle
    come nocciuole avellane, e non si può imaginare, secondo che s'è
    visto poi in un disegno di quella, le più belle biz[z]arrie di legami
15   nelle gioie e nella varietà di molti putti et altre figure che servivano
    a molti varii e graziati ornamenti. Della quale ricevette infinite grazie
    e per sé e per gli amici da quel Pontefice, oltra il primo pagamento.
    Aveva Fiorenza ricevute tante lode per l'opere eccellenti di questo
    ingegnosissimo artefice, che e' fu deliberato da' Consoli dell'Arte de'
- pagina 92 -

Edizione Torrentiniana
20   Fece d'oro medesimamente a papa Martino un bottone, ch'egli teneva
    nel piviale, con figure tonde di rilievo, e fra esse gioie di grandissimo
    prezzo, cosa molto eccellente; e così una mìtera maravigliosissima di
    fogliami d'oro straforati, e fra essi molte figure piccole tutte tonde che
    furon tenute bellissime. E ne acquistò, oltra al nome, una utilità gran-
25   de da la liberalità di quel Pontefice.
    Venne in Fiorenza l'anno MCCCCXXXIX papa Eugenio, per unire
    la discordia fra la Chiesa Greca e la Romana, dove si fece il Concilio;
    e visto l'opere di Lorenzo, e piaciutogli non manco la presenzia sua che
    si facessino quelle, gli fece fare una mìtera d'oro di peso di libre quindici
30   e le perle di libre cinque e mezzo, le quali erano stimate con le gioie in
    essa ligate trentamila ducati d'oro. Dicono che in detta opera erano sei
    perle come nocciuole avellane, e non si può imaginare, secondo che s'è
    visto poi un disegno di quella, le più belle biz[z]arrie di legami nelle gioie
    e nella varietà di molti putti et altre figure che servivano a molti varii
35   e graziati ornamenti. De la quale ricevé infinite grazie e per sé e per gli
    amici da quel Pontefice, oltra il primo pagamento.
    Aveva Fiorenza ricevute tante lode per le opere eccellenti di questo in-
    gegnosissimo artefice, che e' fu deliberato dai Consoli dell'Arte de'
- pagina 92 -
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