Volume 3

Edizione Giuntina
    finiva con molta grazia. Dilettossi anco di contraffare i conii delle
    medaglie antiche, e di naturale nel suo tempo ritrasse molti suoi
    amici. E mentre egli con Bartoluccio lavorando cercava aquistare in
    quella professione, venne in Fiorenza l'anno 1400 [la peste], secondo
5   che racconta egli medesimo in un libro di sua mano dove ragiona delle
    cose dell'arte, il quale è appresso al reverendo messer Cosimo Bartoli
    gentiluomo fiorentino; alla quale peste aggiuntesi alcune discordie
    civili et altri travagli della città, gli fu forza partirsi et andarse in com-
    pagnia d'un altro pittore in Romagna; dove in Arimini dipinsero al
10   signor Pandolfo Malatesti una camera e molti altri lavori, che da lor
    furono con diligenza finiti e con sodisfazione di quel signore, che
    ancora giovanetto si dilettava assai delle cose del disegno: non re-
    stando per ciò in quel mentre Lorenzo di studiare le cose del disegno
    né di lavorare di rilievo cera, stucchi et altre cose simili, conoscendo
15   egli molto bene che sì fatti rilievi piccoli sono il disegnare degli sculto-
    ri e che senza cotale disegno non si può da loro condurre alcuna cosa
    a perfezzione.
    Ora, non essendo stato molto fuor della patria, cessò la pestilenza;
    onde la Signoria di Fiorenza e l'Arte de' Mercatanti deliberarno
20   (avendo in quel tempo la scultura gli artefici suoi in eccellenza, così
    forestieri come fiorentini) che si dovesse, come si era già molte volte
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Edizione Torrentiniana
    Dilettossi molto contraffare i conii delle medaglie antiche, e di naturale
    nel suo tempo ritrasse molti suoi amici. E mentre egli con Bartoluccio
    lavorando cercava aquistare in quelle professione, venne in Fiorenza
25   l'anno MCCCC alcuna corruzzione d'aria pestilenziale; per la qual
    cosa non potendo far fac[c]ende alla bottega, si convenne con un pittore,
    il quale aveva preso in Romagna opere per Pandolfo Malatesta, allora
    signore d'Arimino e di Pesero, di andarsene seco; e così gli aiutò Lorenzo
    a dipignere una camera e molti altri lavori che con diligenzia furon
30   da loro finiti, de' quali ne acquistò in quella età così giovinile quello
    onore che più si poteva. Né anche per questo restò, per ogni sorte di fatica
    che si potessi far per lui, ch'egli non continuasse lo studio del disegno et il
    lavorare di rilievo cere e stucchi di cose piccole. Né sté molto tempo lon-
    tano da la patria sua, che cessata la pestilenzia, la Signoria di Fiorenza
35   e l'Arte de' Mercatanti deliberorno (avendo in quel tempo la scultura
    gli artefici suoi in eccellenzia, così forestieri come fiorentini) che si dovessi,
    come si era già molte volte ragionato, finire l'altre due porte di San
    Giovanni, tempio antichissimo e principale di quella città. Et ordinato
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