Volume 3

Edizione Giuntina
    gl'impeti di quella, come ben seppe e per meriti e per sorte
    Lorenzo di Cione Ghiberti, altrimenti di Bartoluccio; il quale meritò
    da Donato scultore e Filippo Bruneleschi architetto e scultore, ec-
    cellenti artefici, essere posto nel luogo loro, conoscendo essi in veri-
5   tà, ancora che il senso gli strignesse forse a fare il contrario, che
    Lorenzo era migliore maestro di loro nel getto. Fu veramente ciò
    gloria di quegli e confusione di molti, i quali, presumendo di sé, si
    mettono in opera et occupano il luogo dell'altrui virtù, e non facendo
    essi frutto alcuno, ma penando mille anni a fare una cosa, sturbano et
10   opprimono la scienzia degli altri con malignità e con invidia.
    Fu dunque Lorenzo figliuolo di Bartoluc[c]io Ghiberti, e dai suoi
    primi anni imparò l'arte dell'orefice col padre, il quale era ecc[ellente]
    maestro e gl'insegnò quel mestiero, il quale da Lorenzo fu preso
    talmente ch'egli lo faceva assai meglio che 'l padre. Ma dilettandosi
15   molto più de l'arte della scultura e del disegno, maneg[g]iava qualche
    volta colori, et alcun'altra gettava figurette piccole di bronzo e le
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Edizione Torrentiniana
    riconosciuti, come fu Lorenzo di Cione Ghiberti, altrimenti di Barto-
    luccio; il quale per mostrar l'amore, che prima a se stesso, poi alla sua
    patria portava, meritò da Donato scultore e Filippo Brunelleschi archi-
20   tetto e scultore, eccellenti artefici, essere posto nel luogo loro, conoscendo
    essi in verità, ancora che il senso gli stringesse forse a fare il contrario,
    che Lorenzo era migliore maestro di loro nel getto. Fu veramente ciò
    gloria di quegli e confusione di molti, i quali, presumendo di sé, si met-
    tono in opera et occupano il luogo delle altrui virtù, non però facendo
25   eglino frutto alcuno, ma penando mille anni nel fare una lor cosa, sturba-
    no et opprimono la scienzia degli altri con malignità e con invidia
    grandissima. Fu adunque avventurato Lorenzo a ritrovarsi avere in
    casa sua uomini i quali ebbero animo di conoscere il valore della sua
    virtù e di dare con gratitudine e premio alle fatiche sue quel grado che
30   meritamente se gli convenne; felicissimo fu nel trovar gli artefici senza
    invidia e i popoli che si dilettassino delle virtù, perché lasciò la sua
    patria erede della più bella opera del mondo.
    Fu dunque Lorenzo figliuolo di Bartoluccio Ghiberti, e dai suoi primi
    anni imparò l'arte dell'orefice col padre, il quale v'era eccellente maestro
35   e gl'insegnò quel mestiero, il quale da Lorenzo fu preso talmente ch'egli lo
    faceva assai meglio che 'l padre suo. E dilettandosi molto più de l'arte
    della scultura e del disegno, maneg[g]iava qualche volta colori, et alcun'al-
    tra gettava figurette piccole di bronzo e le finiva con molta grazia.
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