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e gran parte de' miracoli di Anticristo, dove mostrò la invenzione e la |
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pratica grande ch'egli aveva negli ignudi con molti scórti e belle forme di |
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figure, imaginandosi stranamente il terror di que' giorni. Per il che destò |
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l'animo a tutti quelli che dopo lui son venuti di far nell'arte le difficultà |
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che si dipingono in seguitar quella maniera. Dicesi che a la tornata sua |
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in Cortona gli morì un figliuolo che egli molto amava, bellissimo di |
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volto e di persona; e fu cosa compassionevole, essendogli stato ucciso. |
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Onde così addolorato Luca lo fece spogliare ignudo, e con grandissima |
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constanzia d'animo senza piagnere lo ritrasse. |
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Sparsesi talmente la fama dell'opera d'Orvieto e delle altre tante |
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che aveva fatte, che da papa Sisto fu mandato a Cortona per lui, che |
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venisse a lavorare in concorrenza con gli altri, acciò che nella cappella |
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di palazzo, nella quale tanti rari e begli ingegni lavoravano, fosse ancora |
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dell'opere di Luca. Fecevi egli dunque due storie, tenute le migliori fra |
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tutti gli altri artefici: l'una è il testamento di Mosè al popolo ebreo nello |
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avere veduto la terra di promissione, e l'altra la morte sua. Fece ancora |
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molte opere a diversi prìncipi in Italia e fuori; e già vecchio tornatosi a |
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Cortona, lavorava opere per diversi luoghi. Fece in ultimo della |
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sua vecchiezza alle Monache di Santa Margherita in Arezzo una |
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tavola per la chiesa loro, che molto fu stimata; similmente una alla |
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Compagnia di San Girolamo in detta città, parte della quale pagò |
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messer Niccolò Gamurrini aretino, auditor di Ruota, che in essa fu |
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ritratto. E finalmente venuto in vecchiezza, di anni LXXXII in Cor- |
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tona fra ' suoi parenti si morì, e nella Pieve gli fu dato onorata sepoltura; |
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per che fu da' suoi Cortonesi onorato vivo e morto, sì come quello che |
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molto ben l'aveva meritato per lo utile e per l'onore che e' dette alla |
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patria sua. |