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di maestro Pietro, che quasi l'una da l'altra non si sarebbe potuta |
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conoscere. Le prime opere sue in Arezzo sono in San Lorenzo una cap- |
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pella di Santa Barbara dipinta da lui in fresco, et alla Compagnia di |
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Santa Caterina il segno d'andare a processione in tela a olio, con una |
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istoria di lei nelle ruote; e similmente quello della Trinità, ancora che e' |
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non paia di mano di Luca ma di Pietro dal Borgo. Fece in Santo Ago- |
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stino in detta città la tavola di S. Niccola da Tolentino con istoriette |
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bellissime, condotte da lui con bonissimo disegno et invenzione; e nel |
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medesimo luogo, alla cappella del Sagramento, due Angeli lavorati in |
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fresco. E per messer Francesco Accolti aretino, dottissimo legista, fece |
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la tavola della cappella sua, dove ritrasse alcune sue parenti e messer |
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Francesco ancora. In questa opera è un San Michele che pesa l'anime, |
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che mirabile è a pensare di vedere l'arte di Luca negli splendori dell'ar- |
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me, e vedere i barlumi, le riverberazioni e i riflessi fatti delle mani e di |
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tutto quello che ha indosso, dove con molta grazia e disegno mostrò |
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quanto sapeva. Miseli in mano un paio di bilance, nelle quali uno |
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ignudo va in alto, et una femmina da la bilancia che va giù all'incontro: |
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cosa in iscorto bellissima. E fra l'altre cose ingegnose, sotto i piedi di |
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questo San Michele è uno iscorto d'una figura ignuda, bonissimo trasfor- |
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mato in un diavolo, nel quale un ramarro il sangue d'una ferita gli lecca. |