Volume 3

Edizione Giuntina
    e tre questi maestri in Verona, dipinsero insieme in casa de' conti
    Serenghi un par di nozze con molti ritratti et abiti di que' tempi. Ma
    di tutte, l'opera di Iacopo Avanzi fu tenuta la migliore; ma perché di
    lui si è fatto menzione nella Vita di Niccolò d'Arezzo per l'opere ch'e'
5   fece in Bologna a concorrenza di Simone, Cristofano e Galasso pittori,
    non ne dirò altro in questo luogo.
    In Venezia ne' medesimi tempi fu tenuto in pregio, se bene tenne
    la maniera greca, Iacobello de Flore, il qual in quella città fece opere
    assai, e particolarmente una tavola alle Monache del Corpus Domini,
10   che è posta nella lor chiesa all'altar di S. Domenico. Fu concorrente
    di costui Giromin Morzone, che dipinse in Vinezia et in molte città
    di Lombardia assai cose. Ma perché tenne la maniera vecchia e fece
    le sue figure tutte in punta di piedi, non diremo di lui se non che
    è di sua mano una tavola nella chiesa di S. Lena, all'altare dell'As-
15   sunzione, con molti Santi.
    Fu molto miglior maestro di costui Guariero pittor padovano, il
    quale, oltre a molte altre cose, dipinse la cappella maggiore de' Frati
    Eremitani di S. Agostino in Padoa et una cappella ai medesimi nel
    primo chiostro; un'altra cappelletta in casa Urbano Prefetto, e la sala
20   degl'Imperadori Romani, dove nel tempo di carnovale vanno gli sco-
    lari a danzare. Fece anco a fresco, nella cappella del Podestà della
    città medesima, alcune storie del Testamento Vecchio.
    Giusto, pittore similmente padovano, fece fuor della chiesa del
    Vescovado, nella cappella di S. Giovanni Batista, non solo alcune
25   storie del Vecchio e Nuovo Testamento, ma ancora le revelazioni de
    l'Apocalisse di S. Giovanni Evangelista; e nella parte di sopra fece
    in un paradiso, con belle considerazioni, molti cori d'Angeli et altri
    ornamenti. Nella chiesa di S. Antonio lavorò a fresco la cappella di
    S. Luca, e nella chiesa degl'Eremitani di S. Agostino dipinse in una
30   cappella l'Arti liberali, et appresso a quelle le Virtù et i Vizii, e così
    coloro che per le virtù sono stati celebrati, come quelli che per i vizii
    sono in estrema miseria rovinati enel profondo dell'inferno.
    Lavorò anco in Padova, a' tempi di costui, Stefano pittore ferrarese,
    il quale, come altrove si è detto, ornò di varie pitture la cappella e
35   l'arca dove è il corpo di S. Antonio, e così la Vergine Maria detta del
    Pilastro. Fu tenuto in pregio ne' medesimi tempi Vincenzio pittore
    bresciano, secondo che racconta il Filareto, e Girolamo Campi-
    gnuola, anch'egli pittore padoano e discepolo dello Squarcione. Giu-
    lio poi, figliuolo di Girolamo, dipinse, miniò e intagliò in rame molte
40   belle cose così in Padova come in altri luoghi. Nella medesima Padova
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