Volume 3

Edizione Giuntina
    S. Bernardo e S. Giovanni. Et in S. Domenico di Fie-
    sole, nella seconda cappella a man ritta, una tavola dentrovi la No-
    stra Donna con tre figure, fra le quali un S. Bastiano è lodatissimo.
    Aveva Pietro tanto lavorato e tanto gli abondava sempre da lavo-
5   rare, che e' metteva in opera bene spesso le medesime cose; et era
    talmente la dottrina dell'arte sua ridotta a maniera, ch'e' faceva a
    tutte le figure un'aria medesima. Per che essendo venuto già Michele
    Agnolo Buonarroti al suo tempo, desiderava grandemente Pietro ve-
    dere le figure di quello per lo grido che gli davano gli artefici; e
10   vedendosi occultare la grandezza di quel nome che con sì gran prin-
    cipio per tutto aveva acquistato, cercava molto con mordaci parole
    offendere quelli che operavano. E per questo meritò, oltre alcune
    brutture fattegli dagl'artefici, che Michele Agnolo in publico gli
    dicesse ch'egli era goffo nell'arte. Ma non potendo Pietro comportare
15   tanta infamia, ne furono al magistrato degl'Otto tutti due, dove ne
    rimase Pietro con assai poco onore. Intanto i Frati de' Servi di Fio-
    renza, avendo volontà di avere la tavola dello altar maggiore che
    fusse fatta da persona famosa, e avendola mediante la partita di
    Lionardo da Vinci, che se ne era ito in Francia, renduta a Filippino,
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Edizione Torrentiniana
20   San Domenico da Fiesole una tavola, dentrovi una Nostra Donna con
    tre figure, fra le quali è un San Sebastiano lodatissimo.
    Aveva Pietro tanto lavorato e tanto gli abondava sempre da lavo-
    rare, che e' metteva in opera le medesime cose; et era talmente la dot-
    trina della arte sua ridotta a maniera, che e' faceva a tut[t]e le
25   figure una aria medesima. Per il che sendo venuto già Michele Agnolo
    Buonarroti al suo tempo, molto desiderava grandemente Pietro vedere
    le figure di quello per lo grido che gli davano gli artefici; e vedendosi
    occultare la grandezza di quel nome che con sì gran principio per tut-
    to aveva acquistato, cercava molto con mordaci parole offendere quel-
30   li che operavano. E per questo meritò, oltre alcune brutture fattegli da-
    gli artefici, che Michele Agnolo in publico gli dicesse ch'egli era goffo
    nell'arte. Ma non potendo Pietro comportare tanta infamia, al magi-
    strato degli Otto tutti due ne furono; e con assai suo poco onore vitu-
    peratolo, che superbo era, Michele Agnolo si partì. Avvenne che i Fra-
35   ti de' Servi di Fiorenza, avendo volontà di avere la tavola dello al-
    tar maggiore che fussi fatta da persona famosa, mediante la partita di
    Lionardo da Vinci, che se ne era ito in Francia, l'avevano renduta a
    Filippino; et egli, quando n'ebbe fatto la metà d'una di due tavole che
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