Volume 3

Edizione Giuntina
    dànno maraviglia a vedere, non la bontà di quelle, ma il suo mante-
    nersi sì viva e nuova di colori dipinti in fresco. Gli fu allogato da
    Bernardino de' Rossi, cittadin fiorentino, un S. Sebastiano per man-
    darlo in Francia, e furono d'accordo del prezzo in cento scudi d'oro:
5   la quale opera fu venduta da Bernardino al re di Francia quattro-
    cento ducati d'oro. A Valle Ombrosa dipinse una tavola per lo altar
    maggiore, e nella Certosa di Pavia lavorò similmente una tavola a
    que' frati. Dipinse al cardinal Caraffa di Napoli nello Piscopio allo
    altar maggiore una assunzione di Nostra Donna e gl'Apostoli ammi-
10   rati intorno al sepolcro. Et all'abbate Simone de' Graziani al Borgo
    a S. Sepolcro una tavola grande, la quale fece in Fiorenza, che fu
    portata in S. Gilio del Borgo sulle spalle de' facchini con spesa gran-
    dissima. Mandò a Bologna a S. Giovanni in Monte una tavola con
    alcune figure ritte et una Madonna in aria. Per che talmente si spar-
15   se la fama di Pietro per Italia e fuori, che e' fu da Sisto IIII pontefice
    con molta sua gloria condotto a Roma a lavorare nella cappella in
    compagnia degli altri artefici eccellenti; dove fece la storia di Cristo
    quando dà le chiavi a S. Pietro, in compagnia di don Bartolomeo
    della Gatta abate di S. Clemente di Arezzo, e similmente la natività
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Edizione Torrentiniana
20   di quelle, ma il suo mantenersi sì viva e nuova di colori dipinti in fresco.
    Gli fu allogato da Bernardino de' Rossi, cittadin fiorentino, un San
    Sebastiano per mandarlo in Francia, e furono d'accordo del prezzo in
    cento scudi d'oro: la quale opera fu venduta da Bernardino al re di
    Francia quattrocento ducati d'oro. A Valle Ombrosa dipinse una tavola
25   per lo altar maggiore, e nella Certosa di Pavia lavorò similmente una
    tavola a que' frati. Dipinse al cardinal Caraffa di Napoli nello Piscopio
    una tavola allo altar maggiore, dentrovi l'assunzione di Nostra Donna
    e gli Apostoli ammirati intorno al sepolcro. Et allo abbate Simone de'
    Graziani al Borgo a San Sepolcro una tavola grande, la quale fece in
30   Fiorenza, che fu portata in San Gilio del Borgo sulle spalle de' facchini
    con ispesa d'infinito numero di danari. Mandò a Bologna a San Giovan-
    ni in Monte una tavola con alcune figure ritte et una Madonna
    in aria. Per che talmente si sparse la fama di Pietro per Italia e fuori,
    che e' fu da Sisto IIII pontefice con molta sua gloria condotto a Roma
35   a lavorare nella cappella in compagnia degli altri artefici eccellenti;
    dove fece la storia di Cristo quando dà le chiavi a San Pietro, in compa-
    gnia di don Pietro della Gatta abate di San Clemente di Arezzo, e
    similmente la natività e 'l battesimo di Cristo, e 'l nascimento di Mosè,
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