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di quelle, ma il suo mantenersi sì viva e nuova di colori dipinti in fresco. |
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Gli fu allogato da Bernardino de' Rossi, cittadin fiorentino, un San |
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Sebastiano per mandarlo in Francia, e furono d'accordo del prezzo in |
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cento scudi d'oro: la quale opera fu venduta da Bernardino al re di |
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Francia quattrocento ducati d'oro. A Valle Ombrosa dipinse una tavola |
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per lo altar maggiore, e nella Certosa di Pavia lavorò similmente una |
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tavola a que' frati. Dipinse al cardinal Caraffa di Napoli nello Piscopio |
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una tavola allo altar maggiore, dentrovi l'assunzione di Nostra Donna |
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e gli Apostoli ammirati intorno al sepolcro. Et allo abbate Simone de' |
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Graziani al Borgo a San Sepolcro una tavola grande, la quale fece in |
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Fiorenza, che fu portata in San Gilio del Borgo sulle spalle de' facchini |
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con ispesa d'infinito numero di danari. Mandò a Bologna a San Giovan- |
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ni in Monte una tavola con alcune figure ritte et una Madonna |
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in aria. Per che talmente si sparse la fama di Pietro per Italia e fuori, |
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che e' fu da Sisto IIII pontefice con molta sua gloria condotto a Roma |
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a lavorare nella cappella in compagnia degli altri artefici eccellenti; |
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dove fece la storia di Cristo quando dà le chiavi a San Pietro, in compa- |
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gnia di don Pietro della Gatta abate di San Clemente di Arezzo, e |
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similmente la natività e 'l battesimo di Cristo, e 'l nascimento di Mosè, |