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stato per lo mondo, in che parte meglio si facesseno gli uomini di quel |
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mestiero, e particularmente il suo maestro. Il quale gli rispose sem- |
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pre di un medesimo tenore, cioè che in Firenze più che altrove ve- |
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nivano gli uomini perfetti in tutte l'arti e specialmente nella pittura, |
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attesoché in quella città sono spronati gl'uomini da tre cose: l'una |
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dal biasimare che fanno molti e molto, per far quell'aria gli ingegni |
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liberi di natura e non contentarsi universalmente dell'opere pur |
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mediocri, ma sempre più ad onore del buono e del bello che a ri- |
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spetto del facitore considerarle; l'altra che, a volervi vivere, bisogna |
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essere industrioso, il che non vuole dire altro che adoperare conti- |
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nuamente l'ingegno et il giudizio et essere accorto e presto nelle |
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sue cose, e finalmente saper guadagnare, non avendo Firenze paese |
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largo et abbondante di maniera che e' possa dar le spese per poco a |
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chi si sta, come dove si truova del buono assai; la terza, che non può |
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forse manco dell'altre, è una cupidità di gloria et onore che quella |
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aria genera grandissima in quelli d'ogni perfezzione, la qual in tutte |
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le persone che hanno spirito non consente che gli uomini voglino |
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stare al pari, nonché restare indietro, a chi e' veggono essere uomini |
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come sono essi, benché gli riconoschino per maestri, anzi gli sforza |
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bene spesso a desiderar tanto la propria grandezza che, se non sono |