Volume 3

Edizione Giuntina
    essendo già grandicello fu condotto nella città, dove attese alla pit-
    tura sotto Iacopo Squarcione pittore padoano, il quale - secondo che
    scrive in una sua epistola latina messer Girolamo Campa-
    gnuola a messer Leonico Timeo filosofo greco, nella quale gli dà
5   notizia d'alcuni pittori vecchi che servirono quei da Carrara, signori
    di Padova -, il quale Iacopo se lo tirò in casa e poco appresso, cono-
    sciutolo di bello ingegno, se lo fece figliuolo adottivo. E perché si
    conosceva lo Squarcione non esser il più valente dipintore del mon-
    do, acciò che Andrea imparasse più oltre che non sapeva egli, lo
10   esercitò assai in cose di gesso formate da statue antiche et in quadri
    di pitture che in tela si fece venire di diversi luoghi, e particolarmente
    di Toscana e di Roma. Onde con questi sì fatti et altri modi imparò
    assai Andrea nella sua giovanezza. La concorrenza ancora di Marco
    Zoppo bolognese e di Dario da Trevisi e di Niccolò Pizzolo padoano,
15   discepoli del suo adottivo padre e maestro, gli fu di non picciolo aiu-
    to e stimolo all'imparare. Poi dunque che ebbe fatta Andrea, allora
    che non aveva più che 17 anni, la tavola dell'altar maggiore di S. So-
    fia di Padoa - la quale pare fatta da un vecchio ben pratico e non da
    un giovanetto -, fu allogata allo Squarcione la capella di S. Cristofano
20   che è nella chiesa de' Frati Eremitani di S. Agostino in Padoa, la
    quale egli diede a fare al detto Niccolò Pizzolo et Andrea. Niccolò vi
    fece un Dio Padre che siede in maestà in mezzo ai Dottori della Chie-
    sa, che furono poi tenute non manco buone pitture che quelle che vi
    fece Andrea; e nel vero se Niccolò, che fece poche cose ma tutte
25   buone, si fusse dilettato della pittura quanto fece dell'arme, sarebbe
    stato eccellente e forse molto più vivuto che non fece, con ciò fusse che
    stando sempre in sull'armi et avendo molti nimici, fu un giorno che
    tornava da lavorare affrontato e morto a tradimento. Non lasciò
    altre opere, che io sappia, Niccolò, se non un altro Dio Padre nella
30   capella di Urbano Perfetto. Andrea dunque, rimaso solo, fece nella
    detta cappella i quattro Vangelisti che furono tenuti molto belli.
    Per questa et altre opere cominciando Andrea a essere in grande
    aspettazione et a sperarsi che dovesse riuscire quello che riuscì,
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Edizione Torrentiniana
    E fece molte opere nella sua giovanezza che li diedon nome e lo fecion
35   conoscere; e da chi vide l'opere sue fu molto avuto in pregio, e massime
    in Lombardia da que' signori fu poi molto stimato, et in molte città fuor
    di quella provincia ancora. E perché fu amicissimo del marchese Lodovico
    di Mantova, in sua gioventù fama e grazia grandissima e favori infiniti
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