Volume 3

Edizione Giuntina
    dottore; et un'altra in San Brancazio di Firenze, che risponde in
    sagrestia et in una capella di chiesa, per messer Pier Minerbetti cava-
    liere. Fu suo allievo ancora Agnol di Polo, che di terra lavorò molto
    praticamente et ha pieno la città di cose di sua mano; e se avesse vo-
5   luto attender all'arte da senno, arebbe fatte cose bellissime. Ma più
    di tutti fu amato da lui Lorenzo di Credi, il quale ricondusse l'ossa di
    lui da Vinezia e le ripose nella chiesa di S. Ambruogio nella sepoltura
    di ser Michele di Cione, dove sopra la lapida sono intagliate queste
    parole:
10   SEP. MICHAELIS DE CIONIS ET SUORUM
    et appresso:
    HIC OSSA IACENT ANDREAE VERROCHII QUI OBIIT VENETIIS
    MCCCCLXXXVIII.
    Si dilettò assai Andrea di formare di gesso da far presa, cioè di
15   quello che si fa d'una pietra dolce, la quale si cava in quel di Vol-
    terra e di Siena et in altri molti luoghi d'Italia. La quale pietra, cotta
    al fuoco e poi pesta e con l'acqua tiepida impastata, diviene tenera
    di sorte che se ne fa quello che altri vuole, e dopo rassoda insieme
    et indurisce in modo che vi si può dentro gettar figure intere. Andrea
20   dunque usò di formare con forme così fatte le cose naturali per
    poterle con più commodità tenere inanzi e imitarle, cioè mani, piedi,
    ginocchia, gambe, braccia e torsi. Dopo si cominciò al tempo suo
    a formare le teste di coloro che morivano, con poca spesa; onde si
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Edizione Torrentiniana
    Ma per tornare ad Andrea, le sue cose rimasero a Lorenzo di Credi
25   discepolo et amico suo carissimo, e l'ossa ricondotte da Venezia furono
    sepellite nella chiesa di Santo Ambruogio, nella sepoltura di ser Mi-
    chele di Cione, dove sopra la lapida sono intagliate queste lettere:
    SEP. MICHAELIS DE CIONIS ET SUORUM.
    HIC OSSA IACENT ANDREAE VERROCCHII QUI OBIIT VENETIIS
30   MCCCCLXXXVIII.
    Fu nientedimanco onorato dipoi con questo epitaffio:
    IL VERROCCHIO.
    SE IL MONDO ADORNO RESI
    MERCé DELLE BELLE OPRE ALTE E SUPERNE,
35   SON DI ME' LUMI ACCESI
    FABRICHE, BRONZI, MARMI IN STATUE ETERNE.
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