Volume 3

Edizione Giuntina
    Aveva Andrea quando morì anni 56. Dolse la sua morte infinita-
    mente agl'amici et a' suoi discepoli, che non furono pochi, e massi-
    mamente a Nanni Grosso, scultore e persona molto astratta nell'arte
    e nel vivere. Dicesi che costui non averebbe lavorato fuor di bottega,
5   e particolarmente né a monaci né a frati, se non avesse avuto per ponte
    l'uscio della volta, overo cantina, per potere andare a bere a sua posta
    e senza avere a chiedere licenza. Si racconta anco di lui che essendo
    una volta tornato sano e guarito di non so che sua infirmità da
    S. Maria Nuova, rispondeva agl'amici quando era visitato e diman-
10   dato da loro come stava: «Io sto male»; «Tu sei pur guarito», rispon-
    devano essi; et egli soggiugneva: «E però sto io male, perciò che io
    arei bisogno d'un poco di febre per potermi intrattenere qui nello
    spedale agiato e servito». A costui, venendo a morte pur nello spe-
    dale, fu posto inanzi un Crucifisso di legno assai mal fatto e goffo;
15   onde pregò che gli fusse levato dinanzi e portatogliene uno di man
    di Donato, affermando che se non lo levavano si morrebbe disperato,
    cotanto gli dispiacevano l'opere mal fatte della sua arte.
    Fu discepolo del medesimo Andrea Piero Perugino e Lionardo da
    Vinci - de' quali si parlerà al suo luogo - e Francesco di Simone fio-
20   rentino, che lavorò in Bologna nella chiesa di San Domenico una sepol-
    tura di marmo con molte figure piccole, che alla maniera paiano di
    mano d'Andrea, la quale fu fatta per messer Alessandro Tartaglia imolese,
- pagina 542 -

Edizione Torrentiniana
    Aveva Andrea quando e' morì anni LVI. E dolse la morte sua infinita-
    mente agli amici et a' suoi discepoli, che non erano pochi, e massimamente
25   a Nanni Grosso scultore, persona molto astratta e nella arte e nel vivere.
    Dicesi di costui che e' non arebbe lavorato fuori di bottega, o a monaci
    o frati, se e' non avesse avuto per ponte l'uscio della volta per potere
    andare a bere a sua posta e senza licenzia. Lavorava malvolentieri e per
    ogni piccola alterazione si faceva portare a lo spedale, e quivi si stava
30   sino a che e' fusse guarito in tutto. E fra l'altre essendo egli una volta
    tornato sano d'una sua infermità, gli amici che lo visitavano lo diman-
    dorono come egli stava; e rispondendo egli «Male», gli soggiunsero: «Tu
    sei pur guarito»; «E però sto io male, - replicò egli - imperò che io arei
    bisogno d'un poco di febbre per potermi intrattenere qui agiato e servi-
35   to». Costui venendo a morte nello spedale e vedendosi posto innanzi un
    Crocifisso di legno assai goffo, pregò che lo levassino via e ve ne met-
    tessino uno di mano di Donato, affermando che, se e' non lo levavano, si
    morrebbe disperato: tanto era lo amore che e' portava alla arte.
- pagina 542 -
pagina precedentepagina successiva