Volume 3

Edizione Giuntina
    cavarne altra conclusione, fu necessitato a venir agli accordi ragione-
    voli, e far a Sandro buona vicinanza. Raccontasi ancora che Sandro
    accusò per burla un amico suo di eresia al Vicario, e che colui compa-
    rendo dimandò chi l'aveva accusato e di che; per che essendogli detto
5   che Sandro era stato, il quale diceva che egli teneva l'opinione degli
    Epicurei e che l'anima morisse col corpo, volle vedere l'acusatore
    dinanzi al giudice; onde, Sandro comparso, disse: «Egli è vero che io
    ho questa opinione dell'anima di costui, che è una bestia; oltre ciò non
    pare a voi che sia eretico, poi che senza avere lettere o apena saper leg-
10   gere comenta Dante e mentova il suo nome invano ?». Dicesi ancora
    che egli amò fuor di modo coloro che egli cognobbe studiosi dell'arte;
    e che guadagnò assai, ma tutto, per avere poco governo e per trascu-
    ratag[g]ine, mandò male. Finalmente condottosi vecchio e disutile, e
    caminando con due mazze perché non si reggeva ritto, si morì essen-
15   do infermo e decrepito d'anni settantotto; et in Ognisanti di Firenze
    fu sepolto l'anno 1515.
    Nella guardaroba del signor duca Cosimo sono di sua mano due
    teste di femmina in profilo, bellissime; una delle quali si dice che fu
    l'inamorata di Giuliano de' Medici fratello di Lorenzo, e l'altra ma-
20   donna Lucrezia de' Tornabuoni, moglie di detto Lorenzo. Nel me-
    desimo luogo è similmente di man di Sandro un Bacco, che alzando
    con ambe le mani un barile se lo pone a bocca, il quale è una molto
    graziosa figura; e nel Duomo di Pisa, alla cappella dell'Impagliata,
    cominciò un'Assunta con un coro d'Angeli: ma poi non gli piacendo,
25   la lasciò imperfetta. In S. Francesco di Montevarchi fece la tavola
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Edizione Torrentiniana
    farsi l'un l'altro; e Sandro stesso accusò per burla uno amico suo di eresia
    agli Otto, il quale comparendo domandò chi l'aveva accusato e di che; per
    che sendogli detto che Sandro era stato, il quale diceva ch'ei teneva l'opi-
    nione degli Epicurei che l'anima morisse col corpo, rispose e disse: «Egli è
30   vero che io ho questa opinione dell'anima sua, ch'è bestia, e bene è egli ere-
    tico, poi che senza lettere comenta Dante e mentova il suo nome invano».
    Dicesi ancora che molto amava quegli che vedeva studiosi della arte; e di-
    cono che guadagnò molto, e tutto per trascurataggine senza alcun frutto
    mandò in mala parte. Fu da Lorenzo Vecchio molto amato, e da infiniti in-
35   gegni et onorati cittadini ancora. Ma finalmente condottosi vecchio e disu-
    tile, camminava per terra con due mazze; per il che non potendo più far
    niente, infermo e decrepito, ridotto in miseria, passò di questa vita d'anni
    LXXVIII; et in Ognisanti di Fiorenza fu sepolto l'anno MDXV.
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