Volume 3

Edizione Giuntina
    mestiero infinite fatiche, sì ne' lavori che e' fece d'oro come in quelli
    di smalto e di argento, infra le quali sono alcune paci in S. Giovanni
    bellissime, che di colorito a fuoco sono di sorte che col penello si
    potrebbono poco migliorare; et in altre chiese di Fiorenza e di Roma
5   e altri luoghi d'Italia si veggono di suo smalti miracolosi. Insegnò
    quest'arte a Mazzingo fiorentino et a Giuliano del Facchino,
    maestri ragionevoli, e a Giovanni Turini sanese, che avanzò questi
    suoi compagni assai in questo mestiero, del quale, da Antonio di
    Salvi in qua (che fece dimolte cose e buone, come una croce grande
10   d'argento nella Badia di Firenze, et altri lavori), non s'è veduto gran
    fatto cose che se ne possa far conto straordinario. Ma, e di queste e di
    quelle de' Pollaiuoli, molte per i bisogni della città nel tempo della
    guerra sono state dal fuoco destrutte e guaste. Laonde conoscendo
    egli che quell'arte non dava molta vita alle fatiche de' suoi artefici, si
15   risolvé, per desiderio di più lunga memoria, non attendere più ad essa.
    E così avendo egli Piero suo fratello che attendeva alla pittura, si ac-
    costò a quello per imparare i modi del maneggiare et adoperare i co-
    lori, parendoli un'arte tanto differente da l'orefice che, se egli non
    avesse così prestamente resoluto d'abandonare quella prima in tutto,
20   e' sarebbe forse stata ora che e' non arebbe voluto esservisi voltato.
    Per la qual cosa spronato dalla vergogna più che dall'utile, appresa
    in non molti mesi la pratica del colorire diventò maestro eccellente,
    et unitosi in tutto con Piero lavorarono in compagnia dimolte pit-
    ture; fra le quali, per dilettarsi molto del colorito, fecero al cardinale
25   di Portogallo una tavola a olio in San Miniato al Monte fuori di Fiorenza,
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Edizione Torrentiniana
    d'oro come in quelli di smalto e di argento; le quali cose in gran parte
    per i bisogni della città nel tempo della guerra sono state dal fuoco de-
    strutte e guaste. Laonde conoscendo egli che quella arte non dava molta
    vita alle fatiche de' suoi artefici, si risolvé, per desiderio di più lunga
30   memoria, non attendere più ad essa. E così avendo egli Piero suo fratello
    che attendeva alla pittura, si accostò a quello per imparare i modi del
    maneggiare et adoperare i colori, parendoli pure una arte tanto differente
    da l'orefice che, se egli non avesse così prestamente resoluto di abbando-
    nare quella prima in tutto, e' sarebbe forse stata ora che e' non arebbe
35   voluto esservisi voltato. Per la qual cosa spronato dalla vergogna più che
    dallo utile, appresa in non molti mesi la pratica del colorire diventò
    maestro eccellente, et unitosi in tutto con Piero lavorarono in compagnia
    dimolte pitture; fra le quali, per dilettarsi molto del colorito, fecero al
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