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mestiero infinite fatiche, sì ne' lavori che e' fece d'oro come in quelli |
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di smalto e di argento, infra le quali sono alcune paci in S. Giovanni |
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bellissime, che di colorito a fuoco sono di sorte che col penello si |
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potrebbono poco migliorare; et in altre chiese di Fiorenza e di Roma |
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e altri luoghi d'Italia si veggono di suo smalti miracolosi. Insegnò |
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quest'arte a Mazzingo fiorentino et a Giuliano del Facchino, |
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maestri ragionevoli, e a Giovanni Turini sanese, che avanzò questi |
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suoi compagni assai in questo mestiero, del quale, da Antonio di |
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Salvi in qua (che fece dimolte cose e buone, come una croce grande |
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d'argento nella Badia di Firenze, et altri lavori), non s'è veduto gran |
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fatto cose che se ne possa far conto straordinario. Ma, e di queste e di |
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quelle de' Pollaiuoli, molte per i bisogni della città nel tempo della |
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guerra sono state dal fuoco destrutte e guaste. Laonde conoscendo |
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egli che quell'arte non dava molta vita alle fatiche de' suoi artefici, si |
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risolvé, per desiderio di più lunga memoria, non attendere più ad essa. |
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E così avendo egli Piero suo fratello che attendeva alla pittura, si ac- |
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costò a quello per imparare i modi del maneggiare et adoperare i co- |
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lori, parendoli un'arte tanto differente da l'orefice che, se egli non |
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avesse così prestamente resoluto d'abandonare quella prima in tutto, |
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e' sarebbe forse stata ora che e' non arebbe voluto esservisi voltato. |
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Per la qual cosa spronato dalla vergogna più che dall'utile, appresa |
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in non molti mesi la pratica del colorire diventò maestro eccellente, |
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et unitosi in tutto con Piero lavorarono in compagnia dimolte pit- |
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ture; fra le quali, per dilettarsi molto del colorito, fecero al cardinale |
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di Portogallo una tavola a olio in San Miniato al Monte fuori di Fiorenza, |