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Stette seco in compagnia a imparare Bastiano Mainardi da S. Gi- |
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mignano, il quale in fresco era divenuto molto pratico maestro di |
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quella maniera; per il che andando con Domenico a S. Gimignano, |
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dipinsero a compagnia la cappella di S. Fina, la quale è cosa bella. |
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Onde per la servitù e gentilezza di Bastiano, sendosi così bene por- |
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tato, giudicò Domenico che e' fosse degno d'avere una sua sorella |
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per moglie; e così l'amicizia loro fu cambiata in parentado: liberalità |
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di amorevole maestro, rimuneratore delle virtù del discepolo acqui- |
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state con le fatiche dell'arte. Fece Domenico dipignere al detto Ba- |
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stiano, facendo nondimeno esso il cartone, in S. Croce nella cappella |
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de' Baroncegli e Bandini una Nostra Donna che va in cielo, et abas- |
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so S. Tommaso che riceve la Cintola, il quale è bel lavoro a fresco. |
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E Domenico e Bastiano insieme dipinsono in Siena nel palazzo degli |
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Spannocchi, in una camera, molte storie di figure piccole a tempe- |
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ra; et in Pisa, oltre alla nicchia già detta del Duomo, tutto l'arco |
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di quella cappella piena d'Angeli, e parimente i portegli che chiug- |
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gono l'organo, e cominciarono a mettere d'oro il palco. Quando poi |
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in Pisa et in Siena s'aveva a metter mano a grandissime opere, Dome- |
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nico ammalò di gravissima febbre, la pestilenza della quale in cinque |
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giorni gli tolse la vita. Essendo infermo, gli mandarono que' de' Tor- |
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nabuoni a donare cento ducati d'oro, mostrando l'amicizia e la fa- |
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miliarità sua e la servitù che Domenico a Giovanni et a quella casa |
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avea sempre portata. Visse Domenico anni 44, e fu con molte lagri- |
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me e con pietosi sospiri da David e da Benedetto suoi fratelli e da |