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E pel medesimo Giovanni Tornabuoni dipinse al Casso Macche- |
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relli, sua villa poco lontano dalla città, una cappella in sul fiume |
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di Terzolle, oggi mezza rovinata per la vicinità del fiume; la quale, |
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ancorché stata molti anni scoperta e continuamente bagnata dalle |
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piogge et arsa da' soli, si è difesa in modo che pare stata al coper- |
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to: tanto vale il lavorare in fresco quando è lavorato bene e con |
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giudizio e non aritocco a secco. Fece ancora nel palazzo della Si- |
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gnoria, nella sala dove è il maraviglioso orologio di Lorenzo della |
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Volpaia, molte figure di Santi fiorentini con bellissimi adornamenti. |
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E tanto fu amico del lavorare e di satisfare ad ognuno, che egli aveva |
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commesso a' garzoni che e' si accettasse qualunche lavoro che capi- |
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tasse a bottega, se bene fussero cerchî da paniere di donne, perché |
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non gli volendo fare essi, gli dipignerebbe da sé, a ciò che nessuno si |
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partisse scontento da la sua bottega. Dolevasi bene quando aveva |
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cure familiari, e per questo dette a David suo fratello ogni peso |
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di spendere, dicendogli: «Lascia lavorare a me, e tu provedi; ché ora |
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che io ho cominciato a conoscere il modo di quest'arte, mi duole |
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che non mi sia allogato a dipignere a storie il circuito di tutte le |
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mura della città di Fiorenza», mostrando così animo invit[t]issimo |
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e risoluto in ogni azzione. Lavorò a Lucca in S. Martino una tavo- |
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la di S. Pietro e S. Paulo. Alla Badia di Settimo fuor di Fiorenza |
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lavorò la facciata della maggior cappella a fresco, e nel tramezzo |
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della chiesa due tavole a tempera. In Fiorenza lavorò ancora molti |