Volume 3

Edizione Giuntina
    E pel medesimo Giovanni Tornabuoni dipinse al Casso Macche-
    relli, sua villa poco lontano dalla città, una cappella in sul fiume
    di Terzolle, oggi mezza rovinata per la vicinità del fiume; la quale,
    ancorché stata molti anni scoperta e continuamente bagnata dalle
5   piogge et arsa da' soli, si è difesa in modo che pare stata al coper-
    to: tanto vale il lavorare in fresco quando è lavorato bene e con
    giudizio e non aritocco a secco. Fece ancora nel palazzo della Si-
    gnoria, nella sala dove è il maraviglioso orologio di Lorenzo della
    Volpaia, molte figure di Santi fiorentini con bellissimi adornamenti.
10   E tanto fu amico del lavorare e di satisfare ad ognuno, che egli aveva
    commesso a' garzoni che e' si accettasse qualunche lavoro che capi-
    tasse a bottega, se bene fussero cerchî da paniere di donne, perché
    non gli volendo fare essi, gli dipignerebbe da sé, a ciò che nessuno si
    partisse scontento da la sua bottega. Dolevasi bene quando aveva
15   cure familiari, e per questo dette a David suo fratello ogni peso
    di spendere, dicendogli: «Lascia lavorare a me, e tu provedi; ché ora
    che io ho cominciato a conoscere il modo di quest'arte, mi duole
    che non mi sia allogato a dipignere a storie il circuito di tutte le
    mura della città di Fiorenza», mostrando così animo invit[t]issimo
20   e risoluto in ogni azzione. Lavorò a Lucca in S. Martino una tavo-
    la di S. Pietro e S. Paulo. Alla Badia di Settimo fuor di Fiorenza
    lavorò la facciata della maggior cappella a fresco, e nel tramezzo
    della chiesa due tavole a tempera. In Fiorenza lavorò ancora molti
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Edizione Torrentiniana
    Fece ancora nel palazzo della Signoria, nella sala dove è il maravi-
25   glioso orologio di Lorenzo della Volpaia, molte figure di Santi fiorentini
    con bellissimi adornamenti. E tanto fu amico del lavorare e di satisfare ad
    ognuno, che egli aveva commesso a' garzoni che e' si accettasse
    qualunche lavoro che capitasse a bottega, se bene fussero cerchî da pa-
    niere di donne, perché non gli volendo fare essi, gli dipignerebbe da
30   sé, a ciò che nessuno si partisse scontento da la sua bottega. Dolevasi bene
    quando aveva cure familiari, e per questo dette a David suo fratello ogni
    peso di spendere, dicendogli: «Lascia lavorare a me, e tu provedi; ché ora
    che io ho cominciato a conoscere il modo di questa arte, mi duole che non
    mi sia allogato a dipignere a storie il circuito di tutte le mura della città
35   di Fiorenza», mostrando così animo invittissimo in ogni sua impresa e
    risoluto in ogni sua azzione. Lavorò a Lucca in San Martino una
    tavola di San Pietro e San Paulo, e dipinse a San Gimignano. In Fio-
    renza lavorò ancora molti tondi, quadri e pitture diverse, che non si riveggono
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