Volume 3

Edizione Giuntina
    la mettevano in mezzo dipinse in una un S. Rocco e nell'altra un S.
    Bartolomeo; le quali insieme con la chiesa sono rovinate.
    Ma tornando all'Abbate, il quale fu buono e costumato religioso,
    egli lasciò suo discepolo nella pittura maestro Lappoli aretino, che
5   fu valente e pratico dipintore, come ne dimostrano l'opere che sono
    di sua mano in S. Agostino nella cappella di San Bastiano, dove in
    una nicchia è esso Santo fatto di rilievo dal medesimo, et intorno
    gli sono di pittura San Biagio, San Rocco, Sant'Antonio da Padova,
    San Bernardino; e nell'arco della cappella è una Nunziata, e nella
10   volta i quattro Evangelisti lavorati a fresco pulitamente. Di
    mano di costui è in un'altra cappella a fresco, a man manca entrando
    per la porta del fianco in detta chiesa, la Natività e la Nostra Donna
    annunziata dall'Angelo, nella figura del quale Angelo ritrasse Giulian
    Bacci, allora giovane di bellissima aria; e sopra la detta porta, di fuori
15   fece una Nunziata in mezzo a S. Piero e S. Paulo, ritraendo nel volto
    della Madonna la madre di messer Pietro Aretino, famosissimo poeta.
    In S. Francesco, alla cappella di S. Bernardino, fece in una tavola
    esso Santo che par vivo, e tanto è bello che egli è la miglior figura che
    costui facesse mai. In Vescovado fece nella cappella de' Pietrama-
20   leschi, in un quadro a tempera, un Santo Ignazio bellissimo; et in
    Pieve, all'entrata della porta di sopra che risponde in piazza, un
    Santo Andrea et un S. Bastiano. E nella Compagnia della Trinità
    con bella invenzione fece per Buoninsegna Buoninsegni aretino un'o-
    pera che si può fra le migliori che mai facesse annoverare, e ciò fu
25   un Crucifisso sopra un altare in mezzo di uno S. Martino e S. Rocco,
    e a piè ginocchioni due figure: una figurata per un povero secco e
    macilente e malissimo vestito, dal quale uscivano certi razzi che dirittamente
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Edizione Torrentiniana
    molte altre pitture; le quali gran danno fu che insieme con la chiesa e
    convento fussero rovinate. Ma così era necessario, volendo ornare e forti-
30   ficare quella città lo illustrissimo duca Cosimo de' Medici; il quale nella
    reparazione delle nuove mura è stato necessitato ristrignere, tra la detta
    chiesa e la Porta di Santo Spirito, un terzo della città et atterrare molte
    case di cittadini, insieme con un quarto d'un coliseo antico e consumato
    dietro al convento di San Bernardo, e l'ultime reliquie d'un teatro
35   sotto la cittadella.
    Ma tornando a lo Abate, egli fu parco e costumato nel vivere; e lasciò
    suo discepolo nella pittura Matteo di ser Iacopo Lappoli aretino, molto
    pratico; il quale imitando la sua maniera, meritò lode, come ne fa fede
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