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ed egli come grato del benefizio lavorò poi molte cose per lo |
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detto Generale e per la sua Religione. |
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Venendo poi la peste del 1468, per la quale senza molto praticare |
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si stava l'Abbate, sì come facevano anco molti altri, in casa si diede a |
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dipignere figure grandi; e vedendo che la cosa secondo il disiderio |
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suo gli riusciva, cominciò a lavorare alcune cose, e la prima fu un S. |
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Rocco che fece in tavola ai Rettori della Fraternita d'Arezzo, che è |
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oggi nell'Udienza dove si ragunano, la quale figura raccomanda |
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alla Nostra Donna il popolo aretino; et in questo quadro ritrasse la |
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piazza della detta città e la Casa Pia di quella Fraternita con alcuni |
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bec[c]hini che tornano da sotterrare morti. Fece anco un altro S. Roc- |
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co, similmente in tavola, nella chiesa di S. Piero, dove ritrasse la città |
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d'Arezzo nella forma propria che aveva in quel tempo, molto diversa |
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da quella che è oggi; e un altro, il quale fu molto migliore che li due |
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sopradetti, in una tavola ch'è nella chiesa della Pieve d'Arezzo alla |
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cappella de' Lippi: il quale S. Rocco è una bella e rara figura, e quasi |
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la meglio che mai facesse, e la testa e le mani non possono essere più |
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belle né più naturali. Nella medesima città d'Arezzo fece in una ta- |
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vola in San Piero, dove stanno Frati de' Servi, un agnolo Raffaello; |
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e nel medesimo luogo fece il ritratto del Beato Iacopo Filippo da |
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Piacenza. Dopo, condotto a Roma, lavorò una storia nella cappella |
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di papa Sisto in compagnia di Luca da Cortona e di Pietro Perugino. |
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E tornato in Arezzo fece nella cappella de' Gozzari in Vescovado un |
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San Girolamo in penitenza, il quale essendo magro e raso e con |