Volume 3

Edizione Giuntina
    da molta e ben acconcia bambagia che faceva nuvola, piena di Che-
    rubini, Serafini et altri Angeli così fatti, di diversi colori e molto
    bene accommodati. Questi, allentandosi un canapetto di sopra nel
    cielo, venivano giù per i due maggiori in sul detto tramez[z]o dove si
5   recitava la festa; et annunziato a Cristo il suo dover salir in cielo,
    o fatto altro uffizio, perché il ferro dov'erano legati in cintola era
    fermo nel piano dove posavan i piedi, e si giravan intorno intorno,
    quando erano usciti e quando ritornavano potevan far reverenza e
    voltarsi secondo che bisognava, onde nel tornar in su si voltava verso
10   il cielo, e dopo erano per simile modo ritirati in alto. Questi ingegni
    dunque e queste invenzioni si dice che furono del Cecca, perché se
    bene molto prima Filippo Bruneleschi n'aveva fatto de' così fatti,
    vi furono nondimeno con molto giudizio molte cose aggiunte dal
    Cecca. E da queste poi venne in pensiero al medesimo di fare le nu-
15   vole che andavano per la città a processione ogni anno la vigilia di
    S. Giovanni, e l'altre cose che bellissime si facevano. E ciò era cura
    di costui, per essere, come si è detto, persona che serviva il publico.
    Ora, dunque, non sarà se non bene con questa occasione dire alcune
    cose che in detta festa e processione si facevano, acciò ne passi ai po-
20   steri memoria, essendosi oggi per la maggior parte dismesse. Pri-
    mieramente adunque la piazza di S. Giovanni si copriva tutta di tele
    az[z]urre, piene di gigli grandi fatti di tela gialla e cucitivi sopra; e nel
    mezzo erano, in alcuni tondi pur di tela e grandi braccia dieci, l'arme
    del Popolo e Comune di Firenze, quella de' Capitani di Parte Guelfa
25   et altre; et intorno intorno negl'estremi del detto cielo, che tutta la
    piazza, comeché grandissima sia, ricopriva, pendevano drappelloni
    pur di tela dipinti di varie imprese, d'armi di Magistrati e d'Arti, e di
    molti leoni, che sono una dell'insegne della città. Questo cielo, overo
    coperta così fatta, era alto da terra circa venti braccia; posava sopra
30   gagliardissimi canapi attaccati a molti ferri che ancor si veggiono
    intorno al tempio di S. Giovanni, nella facciata di S. Maria del Fiore
    e nelle case che sono per tutto intorno intorno alla detta piazza, e fra
    l'un canapo e l'altro erano funi che similmente sostenevano quel
    cielo, che per tutto era in modo armato, e particolarmente in sugl'e-
35   stremi, di canapi, di funi e di soppanni e fortezze di tele doppie e
    canevacci, che non è possibile imaginarsi meglio; e che è più, era in
    modo e con tanta diligenza accomodata ogni cosa, che ancora che mol-
    to fussero dal vento, che in quel luogo può assai d'ogni tempo come sa
    ognuno, gonfiate e mosse le vele, non però potevano essere
40   sollevate né sconce in modo nessuno. Erano queste tende di cinque
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