Volume 3

Edizione Giuntina
    molti ritratti, e in molte de' gentiluomini si veggiono gl'avi e'padri
    loro insino in quarta generazione, et in alcune più nobili molto più
    oltre: usanza certo che è stata sempre lodevolissima eziandio appresso
    gl'antichi. E chi non sente infinito piacere e contento, oltre l'orrevo-
5   lezza et ornamento che fanno, in vedere l'imagini de' suoi maggiori,
    e massimamente se per i governi delle republiche, per opere egregie
    fatte in guerra et in pace, se per lettere o per altra notabile e segnalata
    virtù sono stati chiari et illustri ? Et a che altro fine, come si è detto
    in altro luogo, ponevano gl'antichi le imagini degl'uomini grandi ne'
10   luoghi publici con onorate inscrizzioni, che per accendere gl'animi
    di coloro che venivano alla virtù et alla gloria? Giovanni dunque ri-
    trasse a messer Pietro Bembo, prima che andasse a star con papa Leo-
    ne Decimo, una sua inamorata così vivamente che meritò esser da lui,
    sì come fu Simon Sanese dal primo Petrarca fiorentino, da questo
15   secondo viniziano celebrato nelle sue rime, come in quel sonetto:
    O imagine mia celeste e pura,
    dove nel principio del secondo quadernario dice:
    Credo che 'l mio Bellin con la figura,
    e quello che séguita. E che maggior premio possono gl'artefici nostri
20   disiderare delle lor fatiche che essere dalle penne dei poeti il-
    lustri celebrati? Sì com'è anco stato l'eccellentissimo Tiziano dal
    dottissimo messer Giovanni della Casa, in quel sonetto che comincia:
    Ben veggio, Tizïano, in forme nuove,
    et in quell'altro:
25   Son queste, Amor, le vaghe trecce bionde.
    Non fu il medesimo Bellino dal famosissimo Ariosto nel principio
    del XXXIII canto d'Orlando Furioso fra i migliori pittori della sua
    età annoverato ?
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Edizione Torrentiniana
    quella città, che chi era niente di grado si faceva fare o da lui o da altri il
30   suo ritratto: come appare per tutte le case di Venezia, che son tutte piene
    di quegli, e vi si vede per infino in quarta generazione i discendenti nella
    pittura. Ritrasse Giovanni per messer Pietro Bembo, che ancora non
    stava con Leone X, la sua innamorata; dal quale ebbe oltra al pagamen-
    to un bellissimo sonetto che comincia:
35   O imagine mia celeste e pura,
    Che splendi più che il sole agli occhi miei.
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