Volume 3

Edizione Giuntina
    vivo; e portatolo al signore, fu tanta la maraviglia che di ciò si fece,
    che non poteva se non imaginarsi che egli avesse qualche divino
    spirito addosso. E se non fusse stato che, come si è detto, è per legge
    vietato fra ' Turchi quel[l'] esercizio, non averebbe quello im-
5   perator mai licenziato Gentile. Ma o per dubbio che non si mormo-
    rasse o per altro, fattolo venir un giorno a sé, lo fece primieramente
    ringraziar delle cortesie usate et appresso lo lodò maravigliosamente
    per uomo eccellentissimo; poi dettogli che domandasse che grazia
    volesse, che gli sarebbe senza fallo conceduta, Gentile, come mo-
10   desto e dabene, niente altro chiese salvo che una lettera di favore,
    per la quale lo raccomandasse al Serenissimo Senato et Illustrissima
    Signoria di Vinezia sua patria. Il che fu fatto quanto più caldamente
    si potesse, e poi con onorati doni e dignità di cavaliere fu licenziato.
    E fra l'altre cose che in quella partita gli diede quel signore, oltre a
15   molti privilegii, gli fu posta al collo una catena lavorata alla tur-
    chesca, di peso di scudi dugentocinquanta d'oro, la quale ancora si
    truova appresso agli eredi suoi in Vinezia.
    Partito Gentile di Gostantinopoli, con felicissimo viaggio tornò a
    Vinezia, dove fu da Giovanni suo fratello e quasi da tutta quella città
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Edizione Torrentiniana
20   somigliava forte, lo presentò al signore; il quale vedendo quel che Gentile
    faceva della pittura, ne rimase più amirato e stupefatto che prima, per la
    qual cosa da se stesso non poteva immaginarsi che e' non avesse qualche
    spirto divino adosso. E se non fussi stato che per legge tale esercizio era
    proibito, et andavane la morte a chi adorava statue, non arebbe mai
25   licenziato Gentile; anzi lo arebbe onorato grandemente e tenutolo a farli
    fare opere appresso di sé. Un giorno lo fece venire a sé, e fattolo ringra-
    ziare de le cortesie usate e datoli lode infinite per l'opere fatte daùllui, gli
    fece dire che e' dimandasse quel che e' volesse, che ogni grazia gli
    sarebbe conceduta. Ma Gentile, che era modesto, altra cosa non chiese
30   salvo che una lettera di favore che al Serenissimo Senato della città
    sua lo raccomandasse; perciò Maometto gli fece fare una lettera di fa-
    vore molto calda, e sopra quella gli diede molti onorati doni, et appresso
    lo fece cavaliere con molti previlegi e li pose al collo una catena lavorata
    alla turchesca, di peso di scudi 250 d'oro - la quale ancora si trova
35   appresso agli eredi suoi in Venezia -, e di più gli concesse immunità per
    tutt'i luoghi del suo imperio.
    Partissi Gentile di Gostantinopoli con grandissima allegrezza, et ebbe
    felicissimo ritorno per il mare; et arivato in Vinegia fu da Giovanni suo
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